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Interrogazione sulla vicenda di Rosazza

Come gruppo PD abbiamo presnetato un'interrogazione per far luce sulla vicenda dello sparo di Capodanno a Rosazza che ha visto coinvolto il parlamentare di Fratelli d'Italia Pozzolo e il Sottosegretario Delmastro.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-00852 | Pubblicato il 10 gennaio 2024, nella seduta n. 143
Svolto question time l'11 gennaio 2024 nella seduta n. 144 dell'Assemblea

ROSSOMANDO, BOCCIA, BAZOLI, MIRABELLI, VERINI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, MALPEZZI, PARRINI, ROJC, LOSACCO, RANDO, TAJANI, FURLAN, SENSI, DELRIO, GIACOBBE, CAMUSSO, VERDUCCI, FRANCESCHELLI, LA MARCA, MANCA, GIORGIS

Al Ministro della giustizia. 
Premesso che:
come noto durante un veglione a Rosazza, in provincia di Biella, tenutosi nella sede della locale Pro loco, la pistola di proprietà del deputato Emanuele Pozzolo ha esploso un colpo e ferito un giovane, genero di uno degli agenti della scorta del sottosegretario Andrea Delmastro, che insieme ad altri aveva organizzato una festa familiare, alla quale erano presenti anche diversi minori e lo stesso onorevole Pozzolo;
in merito alla vicenda, oggetto di indagine da parte della Procura di Biella, emergono tuttavia tramite diversi articoli riportati da organi di stampa alcuni aspetti ancora da chiarire e che destano a dir poco perplessità sul piano politico-istituzionale. Risulterebbe che molti degli agenti presenti alla festa insieme alle loro famiglie appartengano alla Polizia penitenziaria, il cui compito è la sorveglianza dei detenuti. Al riguardo, val la pena evidenziare come il sottosegretario Delmastro Delle Vedove sia delegato alla trattazione degli affari di competenza del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
anche il capo della scorta del sottosegretario Delmastro, l’ispettore capo Pablito Morello, appartiene alla Polizia penitenziaria ed era presente alla festa con la moglie, la figlia e il marito della figlia;
come riportato dal quotidiano on line “il Post” l’ispettore capo Morello e il sottosegretario condividono da anni un comune impegno politico e, quando nel febbraio 2023 l’Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale (UCIS) ritenne di assegnare una scorta al sottosegretario Delmastro, egli stesso avrebbe indicato il nome dell’ispettore capo Morello;
considerato che:
lo scorso 3 dicembre 2023 a Biella è stata organizzata la cena per gli auguri di Natale di Fratelli d’Italia dove erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario Delmastro e l’onorevole Pozzolo e dove, sempre secondo quanto riportato da organi di stampa, uno dei tavoli del ristorante che ha ospitato l’evento sarebbe stato riservato alla Polizia penitenziaria;
secondo quanto si legge sul quotidiano citato: “La cena è stata anche l’occasione per una grande dimostrazione di solidarietà verso Delmastro, che quattro giorni prima era stato rinviato a giudizio per avere rivelato documenti riservati legati al caso Cospito. Nella sala principale c’era un grande striscione con su scritto: ‘Siamo tutti Delmastro’. Alcuni agenti della Polizia penitenziaria locale, iscritti al sindacato SINAPPE, hanno sfilato tra i tavoli indossando una maglietta con scritto ‘anche io sono Delmastro’, tenendo in mano un cartoncino con la faccia del sottosegretario”. Vale la pena ricordare in questa sede che, con riferimento ai fatti che hanno dato origine al rinvio a giudizio e indipendentemente dal merito e dall’esito che avrà la vicenda processuale a carico del sottosegretario Delmastro, sul piano politico-istituzionale rileva il fatto che egli ha rivelato a un collega di partito il contenuto di documenti che non erano divulgabili;
nel corso della XVIII Legislatura il sottosegretario Delmastro ha portato avanti iniziative care ad un sindacato autonomo di cui peraltro l’ispettore capo Morello è stato per anni rappresentante locale, tra queste vale la pena ricordare ad esempio quella relativa all’assegnazione al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria della responsabilità per la sola tutela degli agenti di polizia, e non anche delle condizioni dei detenuti;
e ancora, alcune vicende che hanno interessato l’istituto penitenziario di Biella sono state oggetto di inchieste della magistratura. Nel marzo 2023 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Biella ha sospeso dal servizio 23 agenti e posto agli arresti domiciliari il vicecomandante della Polizia penitenziaria contestando loro l’ipotesi di reato di tortura di cui all’articolo 613-bis del codice penale, a seguito di alcuni casi di presunti maltrattamenti e violenze nei confronti di tre detenuti stranieri;
successivamente il Tribunale del riesame di Torino, che doveva valutare l’opportunità delle misure adottate nei confronti dei 23 agenti, ordinò la “remissione delle misure cautelari” (confermando “che gli agenti avevano ‘operato sì impropriamente nell’adozione di misure di rigore complessivamente eccessive e illegittime’, ma che non lo avevano fatto per una gratuita volontà di tortura”, “il Post” del 5 gennaio 2024) e gli agenti furono dunque reintegrati in servizio. Alcuni di loro parteciparono poi insieme a colleghi e famiglie a una “grigliata” nella caserma del carcere di Biella la sera del 27 luglio, già oggetto dell’atto di sindacato ispettivo 3-00642 presentato dagli interroganti in data 2 agosto 2023, cui il Ministro della giustizia non ha ancora dato risposta. Alla “grigliata”, inoltre, sempre secondo quanto riportato dal “Post”, vi sarebbero stati anche brindisi per l’abolizione del reato di tortura;
sempre da notizie di stampa nel mese di settembre una nuova inchiesta della procura di Biella ha coinvolto lo stesso istituto penitenziario, con 89 persone indagate e 56 fermate, tra cui tre agenti della Polizia penitenziaria, mentre per altri tre è stata chiesta la sospensione dal servizio. L’inchiesta è ancora in corso e ha ad oggetto un presunto sistema di spaccio di stupefacenti all’interno del carcere, “al quale avrebbero collaborato anche alcuni agenti” (come riportato dal “Post”),
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo in relazione ai fatti esposti;
se non ritenga opportuno chiarire la natura dei rapporti intercorrenti tra il sottosegretario Delmastro e alcuni settori della Polizia penitenziaria vicini al suo partito, e se non ritenga che tali rapporti abbiano creato una sovrapposizione tra il ruolo istituzionale che la delega assegna al sottosegretario Delmastro e attività di propaganda di partito, e se infine, per questo e altri fatti ricordati, ritenga ancora compatibile l’esercizio di una delega così delicata in capo all’on. Delmastro.

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