I beni confiscati
Adesione ad un'interrogazione dei componenti del PD della Commissione Antimafia riguardante i beni confiscati.
Testo dell'interrogazione:
Atto n. 3-00820 - Pubblicato il 12 dicembre 2023, nella seduta n. 135
VERINI, RANDO, MIRABELLI, VALENTE, ROJC, GIACOBBE, LA MARCA, DELRIO, SENSI, ROSSOMANDO, VERDUCCI, BAZOLI, LOSACCO, FURLAN, IRTO, CAMUSSO, ALFIERI, TAJANI, ZAMBITO
Al Ministro della giustizia.
Premesso che:
l’azione di contrasto alla criminalità organizzata, nel nostro Paese, viene condotta ormai da tempo anche tramite l’utilizzo di strumenti ablatori autonomi rispetto al processo penale, come la confisca di prevenzione, introdotta nel 1982 a seguito del profuso impegno di personalità quali Cesare Terranova e Pio La Torre e oggi disciplinata dal decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, noto come codice antimafia;
la prima sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo ha ammesso un ricorso promosso dai fratelli Cavallotti contro la Repubblica italiana, a fronte di una confisca patrimoniale adottata, nei confronti dei ricorrenti, come forma di prevenzione per contiguità, ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo n. 159, in assenza di una sentenza di condanna;
a seguito della dichiarata ammissibilità del ricorso, la Corte ha chiesto al Governo, tra l'altro, se, vista anche l’assoluzione nel frattempo intervenuta in sede penale, la confisca sia proporzionale e necessaria; se essa non costituisca una vera e propria sanzione penale; se, sempre tenuto conto dell’assoluzione dei ricorrenti, l’accertamento della particolare pericolosità e la conseguente confisca dei beni siano giustificati,
si chiede di sapere se il Ministro di indirizzo sia a conoscenza di quando il Governo intenderà rispondere alla CEDU e, in particolare, quali saranno nel merito le argomentazioni addotte a sostegno dell'attuale disciplina in materia di misure di prevenzione patrimoniale, anche alla luce degli importanti risultati raggiunti in questi anni nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata.