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Interrogazione sulla dirigenza del Teatro di Roma

Adesione ad un'interrogazione del Gruppo PD riguardante le nomine della dirigenza del Teatro di Roma.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-00887 - Pubblicato il 24 gennaio 2024, nella seduta n. 149

D'ELIA, BOCCIA, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, ALFIERI, CAMUSSO, CRISANTI, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MISIANI, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI

Al Ministro della cultura. 
Premesso che:
in data 20 gennaio 2024 è stato reso noto che il consiglio di amministrazione della fondazione Teatro di Roma ha individuato quale nuovo direttore generale Luca De Fusco, attualmente direttore del teatro Stabile di Catania;
le circostanze di tale scelta destano, a giudizio degli interroganti, sconcerto e preoccupazione, sia dal punto di vista tecnico-giuridico, sia dal punto di vista della garanzia del buon andamento della fondazione, sia, infine, dal punto di vista politico e istituzionale;
risulta infatti agli interroganti, come altresì riferito dai rappresentanti degli enti interessati e riportato dalla stampa nazionale e locale, che il consiglio di amministrazione avrebbe provveduto alla scelta del nuovo direttore generale riunendosi in assenza del presidente e della consigliera designata da Roma capitale; in particolare, la seduta del consiglio di amministrazione, già convocata dal presidente, si sarebbe forzatamente svolta, sebbene fosse stato disposto dal presidente il rinvio della stessa;
le prerogative del presidente sarebbero state pertanto evidentemente lese, sia con riferimento alla gestione dell’ordine dei lavori del consiglio di amministrazione, sia per quel che riguarda il potere di negoziazione e sottoscrizione del contratto con il nuovo direttore generale, affidato ad altri soggetti i quali ne sono tuttavia, all’apparenza, statutariamente sprovvisti;
tale seduta, inoltre, si sarebbe svolta in assenza non solo del presidente, ma anche della consigliera designata da Roma capitale e, dunque, estromettendo indebitamente la rappresentante dell’ente proprietario dei teatri gestiti dalla fondazione (teatro Argentina, teatro India, teatro Torlonia e teatro Valle, quest’ultimo attualmente in fase di ristrutturazione) e finanziatore della fondazione per l’ammontare di circa 6 milioni di euro annui, pari al 60 per cento delle risorse della fondazione medesima;
destano sconcerto, inoltre, le modalità di svolgimento della selezione del candidato De Fusco, con l’esame di più di quaranta candidature in meno di due ore da parte di una commissione tecnica, con successiva selezione di una rosa di tre candidati (peraltro senza alcun rispetto dell’equilibrio di genere) da sottoporre al consiglio;
premesso altresì che, a quanto risulta agli interroganti:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa ed esplicitamente rivendicato dall’interessato, le vicende antecedenti e contestuali alla ricordata seduta del consiglio sarebbero state condizionate da ripetuti interventi del Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati;
tali interventi, oltre a configurare vere e proprie indebite ingerenze di carattere politico in attività e scelte che rientrano invece a pieno nella sfera di autonomia dell’istituzione culturale, non rientrano in alcun modo nella competenza del Presidente della Commissione Cultura, che non ha alcun titolo per intervenire nelle attività di una fondazione, i cui soci fondatori sono Roma capitale e la Regione Lazio; d’altra parte, lo stesso Presidente ha invece esplicitamente dichiarato di essere intervenuto al fine di “vigilare sui teatri”, in quanto “prima carica istituzionale” in Parlamento in materia, nella sua qualità di Presidente della Commissione Cultura della Camera;
considerato che:
la garanzia della piena autonomia della cultura e delle istituzioni culturali da indebite ingerenze politiche è posta a presidio del fondamentale principio della libertà dell’arte (garantito dalla Costituzione all’articolo 33, primo comma) e si lega al compito della Repubblica di promuovere lo sviluppo della cultura, consacrato dall’articolo 9, primo comma, della Carta;
le circostanze, ad avviso degli interroganti, sconcertanti in cui è avvenuta l’individuazione di Luca De Fusco quale direttore generale della fondazione Teatro di Roma non solo mettono a rischio tali principi ma, indipendentemente dalle qualità e dal profilo della persona prescelta, pregiudicano l’interesse al buon andamento della fondazione e delle sue attività, anche considerata la gravità dell’estromissione del presidente e della rappresentante di Roma capitale,
si chiede di sapere:
quale sia la posizione del Ministro in indirizzo in relazione alle indebite intromissioni del Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati in decisioni che non sono di sua competenza e che hanno inciso sull’autonomia di un'istituzione culturale di primaria importanza per la città di Roma e per l’Italia;
quali iniziative intenda intraprendere per ripristinare la legalità e la leale collaborazione istituzionale e assicurare che la fondazione Teatro di Roma possa proseguire la propria attività avvalendosi delle professionalità più idonee alle specifiche esigenze di gestione che la caratterizzano.

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