Interrogazione sul divieto d’ingresso a dei parlamentari italiani in Azerbaigian

Adesione ad un'interrogazione del Gruppo PD sul divieto d’ingresso a dei parlamentari italiani in Azerbaigian.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-01337 | Pubblicato l'11 settembre 2024, nella seduta n. 218
Svolto question time il 12 settembre 2024 nella seduta n. 219 dell'Assemblea

ALFIERI, BOCCIA, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, CAMUSSO, CASINI, CRISANTI, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MISIANI, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI


Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. 
Premesso che:

lo scorso 24 gennaio 2024, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha votato contro la ratifica delle credenziali della delegazione parlamentare dell’Azerbaigian, con un’ampia maggioranza trasversale: 76 voti contrari, 10 favorevoli e 4 astenuti;

le motivazioni del voto contrario sono legate agli oltre 200 prigionieri politici, alla violazione dei diritti civili della popolazione armena del Nagorno Karabakh, ai tre divieti per i relatori dell’Assemblea di visitare il Paese nel 2023, oltre al mancato invito ad osservare le elezioni presidenziali del febbraio 2024, vinte da Ilham Aliyev con il 92 per cento delle preferenze;

l’Azerbaigian è membro del Consiglio d’Europa dal 2001 e negli ultimi anni i rapporti sono stati caratterizzati da una crescente tensione, in particolare dopo la riconquista del Nagorno Karabakh del settembre 2023. Infatti, come già evidenziato, dopo la condanna dell’attacco, l’Azerbaigian non ha invitato i membri dell’assemblea PACE a osservare le elezioni presidenziali straordinarie di febbraio;

a seguito del voto dello scorso gennaio, l’Azerbaigian ha vietato l’ingresso nel Paese a 76 deputati dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Tra i “non più grati” vi sono anche 5 parlamentari italiani delle opposizioni: i senatori Sandra Zampa, Francesco Verducci, Aurora Floridia e i deputati Piero Fassino ed Andrea Orlando;

la decisione di dichiarare “persone non grate” un consistente numero di deputati di Paesi europei comporta delle ricadute in diversi ambiti. Al riguardo, si evidenzia come Baku sarà sede della prossima conferenza internazionale sul clima Cop29 dall’11 al 22 novembre 2024. In caso le autorità azere neghino l’ingresso ai predetti deputati, le relazioni con i Paesi europei potrebbero ulteriormente peggiorare;

il Governo azero, inoltre, ha subordinato la revoca del divieto d’ingresso al ripristino del mandato della sua delegazione presso la PACE, con un atteggiamento profondamente contrario ai principi e alle regole proprie dei Paesi membri del Consiglio d'Europa;

considerato che:

in data 5 settembre la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha incontrato a palazzo Chigi il Presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Nel corso dell’incontro sono stati affrontati diversi temi, tra questi la collaborazione in diversi settori di interesse, a partire da quello dell’energia o, ancora, la verifica di interessi comuni nell’ambito del “piano Mattei”;

al termine dell’incontro ENI e SOCAR hanno firmato tre protocolli d’intesa negli ambiti della sicurezza energetica, della riduzione delle emissioni di gas serra e nella filiera di produzione dei biocarburanti;

nel corso dell’incontro non vi è stato alcun passaggio formale relativo al divieto d’ingresso dei parlamentari italiani, né tantomeno si sono avute dichiarazioni ufficiali da parte di membri del Governo in merito ad un fatto di tale gravità. Il silenzio appare ancor più grave alla luce del fatto che il divieto sia stato emesso nei confronti di esponenti delle opposizioni, rispetto ai quali un Governo democratico è tenuto a garantire sempre la piena agibilità in tutte le sedi, nazionali e internazionali,

si chiede di sapere quali iniziative necessarie e urgenti il Governo intenda assumere nei confronti del Governo azero al fine di giungere in tempi il più rapidi possibili alla revoca del divieto d’ingresso dei parlamentari italiani, anche alla luce della necessità di garantire che i rapporti diplomatici con altri Paesi siano sempre improntati al rispetto reciproco e non arrechino danni alla credibilità dell’Italia.

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