Garantire l'applicazione della Legge 194

Adesione ad un'interrogazione del Gruppo PD sull'attuazione della Legge 194 a Torino.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-01357 | Pubblicato il 19 settembre 2024, nella seduta n. 222

VALENTE, ROSSOMANDO, MARTELLA, MIRABELLI, RANDO, GIACOBBE, SENSI, GIORGIS, TAJANI, FRANCESCHELLI, ALFIERI, MANCA, ROJC, D'ELIA

Ai Ministri della salute e per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. 
Premesso che:

il 9 settembre 2024 è stata inaugurata all’ospedale “Sant’Anna” di Torino la “stanza per l’ascolto”, già da tempo annunciata a seguito della convenzione sottoscritta nel luglio 2023 dall’azienda Città della salute e della scienza di Torino e dalla federazione regionale del movimento per la vita; la convenzione è stata fortemente voluta dalla Giunta regionale di centrodestra, che dal suo insediamento nel 2019 ha intrapreso numerose e a giudizio degli interroganti controverse iniziative su maternità ed aborto, come il mantenimento del divieto di somministrazione anche nei consultori della RU486 (la pillola abortiva), nonostante le linee guida emanate nel 2020 dal Ministero della salute che la rendano possibile, e l’attivazione negli ospedali di sportelli informativi sull’aborto, gestiti da associazioni pro vita; inoltre la Regione ha istituito il fondo vita nascente, per il quale sono stati stanziati nella legge di bilancio negli ultimi tre anni risorse che avrebbero dovuto supportare donne incinte in difficoltà economiche inducendole a non abortire;

secondo quanto previsto dalla convenzione, la stanza per l’ascolto sarebbe una sorta di sportello per le donne che vogliono interrompere la gravidanza per “offrire loro un supporto concreto”; l’attività di supporto sarebbe svolta da volontari del movimento Pro Vita che ha in gestione lo sportello, eventualmente anche con il coordinamento del personale sanitario; le donne potranno essere indirizzate al servizio direttamente dal personale sanitario della struttura o potranno contattare direttamente i volontari;

secondo quanto riportato da organi di stampa, il personale volontario che presta servizio è espressione dell’indirizzo apertamente anti abortista del movimento, con conseguente mancanza di obiettività ed imparzialità nello svolgere il ruolo. Si tenga presente che la legge 22 maggio 1978, n. 194, stabilisce che solo la donna può decidere di interrompere la gravidanza nei primi 90 giorni, senza interferenze e condizionamenti e, come prevede l’articolo 5, che neppure il padre (o presunto tale) del concepito possa in alcun modo intromettersi in questa scelta e la sua presenza nel consultorio o nella struttura sanitaria è sempre subordinata al consenso della donna;

nel novembre 2023 la CGIL Torino e l’associazione “SeNonOraQuando” hanno presentato al TAR Piemonte un ricorso per chiedere l’annullamento, previa sospensione dell'efficacia, della convenzione tra l’azienda ospedaliera della salute e della scienza di Torino e l’associazione “Centro di aiuto alla vita e movimento per la vita G. Foradini” di Rivoli, motivando l’impugnazione con la violazione delle norme sulla sanità pubblica, e dei principi della legge n. 194, a tutela della salute delle donne e della libertà di scelta, alla luce del fatto che la stanza è stata data in gestione ad associazioni che nel loro statuto fanno esplicito riferimento al contrasto all’aborto;

il Tribunale amministrativo regionale del Piemonte ha respinto, nel mese di gennaio 2024, l’istanza di sospensione cautelare, riservandosi tuttavia di decidere sul merito del quesito, ovvero sull’opportunità o meno di aprire il centro all’interno dell’ospedale; a tutt’oggi non risulta che sia stata fissata un’udienza per discutere il ricorso;

nel nostro Paese l’applicazione della legge n. 194 continua ad essere complessa, esiste indubbiamente un problema di accessibilità all’interruzione volontaria di gravidanza a causa dell’alto numero di obiettori di coscienza, mancano risorse sufficienti a completare la rete dei consultori e non si riesce a garantire nelle strutture ospedaliere un’equa proporzione tra medici obiettori e non;

sin dal suo insediamento, la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha dichiarato che non avrebbe toccato l’impianto della legge n. 194; di fatto la sua maggioranza attua sistematicamente iniziative normative volte a smontare pezzo per pezzo l’impianto della legge, l’ultima delle quali, come noto, ha condotto all’approvazione, con voto di fiducia, di una norma nel decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 (decreto PNRR), che consente il coinvolgimento dei movimenti anti abortisti nei consultori. A fronte della nuova disposizione approvata, il Parlamento europeo ha approvato, nello scorso mese di aprile, una risoluzione che chiede di inserire il diritto all’aborto nell’ambito della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea;

la stanza per l’ascolto dell’ospedale Sant’Anna di Torino è l’ennesima iniziativa volta ad influire sulla libera determinazione delle donne a decidere di interrompere la gravidanza senza pressioni psicologiche o economiche, in aperta violazione dei principi sanciti dalla legge n. 194, similmente a quanto accaduto nell’ospedale di Aosta dove, secondo quanto risulta agli interroganti, la presidente del centro antiviolenza ha denunciato la pratica seguita da alcuni medici delle strutture sanitarie pubbliche in base alla quale è disposto l’ascolto del battito cardiaco del feto per le donne che vanno in ospedale ad abortire;

l’apertura della stanza per l’ascolto nell’ospedale di Torino appare inoltre poco opportuna in considerazione del fatto che è ancora pendente il ricorso presso il TAR Piemonte che, pur avendo respinto la sospensiva, si è espressamente riservato di decidere nel merito della vicenda,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative, per le parti di reciproca competenza, intendano intraprendere al fine di garantire equamente il rispetto del fondamentale principio di libertà di autodeterminazione previsto dalla legge n. 194 del 1978.

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