Interrogazione sul caso di Maysoon Majidi

Adesione ad un'interrogazione del Gruppo Pd sul caso di Maysoon Majidi.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-01359 con carattere d'urgenza | Pubblicato il 24 settembre 2024, nella seduta n. 223

BOCCIA, BAZOLI, ALFIERI, IRTO, MIRABELLI, LORENZIN, NICITA, ZAMBITO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, CAMUSSO, CASINI, CRISANTI, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MISIANI, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI


Ai Ministri della giustizia e dell'interno. 
Premesso che:

Maysoon Majidi, un’attivista e regista curdo-iraniana di 27 anni, da sempre in prima linea per i diritti delle donne, artista e regista, è fuggita dalla Repubblica islamica nel 2023 a seguito della violenta repressione messa in atto dal Governo contro l’ondata di proteste guidate dal movimento “Donna, Vita, Libertà”, scoppiata dopo la morte di Mahsa Amini, uccisa per aver indossato male l’hijab nel settembre del 2022;

Majidi ha lasciato la sua casa e si è rifugiata prima nel Kurdistan iracheno, poi, dopo un breve ritorno in Iran, ha provato a raggiungere l’Europa. Sbarcata a Crotone nel dicembre del 2023, dal 31 dello stesso mese si trova detenuta in Calabria, con l’accusa di essere una «scafista»;

l’attivista, reclusa da oltre nove mesi, ha iniziato il secondo sciopero della fame, aveva già smesso di nutrirsi lo scorso maggio arrivando a pesare soli 38 chili;

la donna ha sempre respinto le accuse, mosse sulla base di due testimonianze dei 77 migranti, che la indicano come aiutante del capitano, perché portava l'acqua agli altri migranti. Testimonianze sulle quali permangono diversi aspetti contraddittori; infatti, successivamente i testimoni hanno ritrattato sostenendo che la traduzione delle loro parole fosse errata. Inoltre, nel corso dell'incidente probatorio, le autorità italiane non sono riuscite a rintracciare i testimoni recatisi nel frattempo in Germania ed Inghilterra;

tra le prove che gli investigatori avrebbero prodotto vi sarebbe un video in cui la giovane rassicura il padre sulle sue condizioni di salute ringraziando il capitano. Il legale di Maysoon Majidi sostiene, invece, che il video sarebbe un segnale richiesto dagli scafisti per sbloccare l’ultima fase del pagamento del viaggio. La cifra spesa per arrivare in Italia, necessaria a coprire le spese per arrivare in Turchia e per pagare la traversata in mare, sarebbe stata di circa 50.000 dollari;

nella stessa situazione di Majidi, si trova Marian Jamali, anche lei iraniana di 29 anni, fuggita dal suo Paese per sfuggire alla repressione del regime e accusata di essere scafista dopo l’arrivo in Italia a Roccella Ionica il 26 ottobre 2023. La donna è stata arrestata, come riferito da Parisa Nazari, attivista del movimento “Donna Vita, Libertà”, “senza capire neanche perché. Hanno cercato di spiegarle l’accaduto alcune compagne di cella a gesti. Majidi è stata accusata di essere alla guida dell’imbarcazione dagli stessi uomini che aveva denunciato per molestie sessuali”;

come emerso dagli organi di stampa e sostenuto dai legali delle due donne, in entrambi i casi larga parte dell’impianto accusatorio si basa su testimonianze o dichiarazioni delle parti rese senza traduttori adeguati. Le domande poste sono state poche, scarne e, dunque, come di tutta evidenza insufficienti a chiarire al meglio la ricostruzione dei fatti e la posizione delle due donne. Sia Maysoon Majidi che Marian Jamali non hanno potuto usufruire dell’assistenza di un traduttore che parlasse la lingua persiana, i testimoni dell’accusa hanno a loro volta denunciato in un secondo momento l’errata traduzione delle proprie testimonianze;

come evidenziato da “Amnesty International” e dalla onlus “A Buon Diritto” nel corso della conferenza stampa “Donna, vita, libertà. Il caso di Maysoon Majidi e Marjan Jamali” tenutasi il 18 luglio presso la Sala Stampa della Camera dei deputati «l’accusa di un reato - quello previsto dall’articolo 12 del Testo Unico Immigrazione (TUI), così come novellato da ultimo dal decreto legge 10 marzo 2023, n. 20, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 maggio 2023, n. 50 - spesso colpisce persone che con il traffico di esseri umani non hanno nulla a che fare. Quella di scafista è una categoria contestata e problematica da un punto di vista giuridico: nella maggior parte dei casi oggi le persone che si trovano alla guida delle imbarcazioni sono semplici persone migranti in stato di necessità, ma vengono perseguite come se fossero trafficanti di esseri umani.». Durante la conferenza stampa, inoltre, è stata letta la lettera che Maysoon Majidi ha inviato dal carcere al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere che la sua voce venga ascoltata;

ad essere punite dalla normativa vigente, inasprita a seguito della politica del Governo Meloni, che in tema di migrazione assume atteggiamenti, a giudizio degli interroganti, meramente persecutori, spesso oggetto di pronunciamenti delle corti nazionali e sovranazionali, sono le condotte di chi non solo organizza o dirige una tratta di migrazione, ma anche di chiunque faccia materialmente qualcosa per aiutare un migrante ad entrare illegalmente in Italia o in un altro Stato europeo. Trarne un vantaggio economico non è una condizione per la presenza del reato, ma un’eventuale aggravante;

il caso di Maysoon Majidi ha scosso l’opinione pubblica e portato a diversi attestati di solidarietà nei confronti della regista e attivista, che, se ritenuta colpevole, rischia una pena della reclusione fino a 16 anni, una multa di 15.000 euro per ogni persona a bordo della nave e, infine, il rimpatrio in Iran dove la sua incolumità, sia perché curda, sia per le sue proteste è fortemente a rischio,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le loro valutazioni in merito e se non ritengano, altresì, necessario e urgente, alla luce di quanto esposto in premessa, modificare l’attuale quadro normativo al fine di evitare che siano punite condotte dettate dallo stato di necessità dei migranti a bordo di imbarcazioni dove i medesimi versano in condizioni drammatiche, rischiando continuamente la vita;

quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro della giustizia intenda adottare al fine di garantire la presenza in ogni fase processuale di traduttori e mediatori idonei a consentire, anche ai fini investigativi, una corretta ricostruzione dei fatti e delle testimonianze, impedendo così il verificarsi di episodi tali da compromettere il diritto difesa dei migranti e, dunque, passibili di censura da parte delle corti nazionali e sovranazionali;

quali iniziative necessarie e urgenti il Governo intenda intraprendere, a due anni dalla morte di Mahsa Amini, per tutelare l’incolumità di tutte le attiviste che giungono nel nostro Paese per sfuggire alla feroce repressione del regime iraniano, anche al fine di tutelare la credibilità del nostro Paese nelle sedi internazionali.

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