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La questione salariale

Intervento a SkyTg24 (video).

Credo che dovrebbe interessare anche Confindustria e a tutti gli italiani di porre freno ad un fenomeno che ormai sta diventando insopportabile, cioè della concorrenza che si gioca sul dare salari sempre più bassi a chi ci sta, che poi sono persone sempre più fragili che per lavorare sono costrette ad avere salari sempre più bassi.
Certo che ci sono i contratti nazionali e che la contrattazione nazionale va difesa, però non basta. Ci sono tantissimi lavoratori che svolgono mansioni su cui non c’è la contrattazione nazionale.
Serve, quindi, da una parte riconoscere la contrattazione nazionale e dall’altra parte fissare dei redditi minimi per chi svolge altre mansioni che oggi non sono regolate dalla contrattazione nazionale.
Mi pare che sia una scelta di buon senso, che per altro è condivisa e realizzata in gran parte d’Europa.

Sul contenuto della legge sul salario minimo penso che possiamo discutere e raccogliere diverse sollecitazioni.
Ciò che non funziona è che è evidente che in molte cooperative di servizi e società di servizi si danno stipendi di 3 o 4 euro l’ora. Questo è un dato di fatto.
Questa realtà è in un Paese in cui anche i salari regolati dai contratti di lavoro nazionali non aumentano da molti anni e il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti è già di per sé calato molto negli ultimi anni e oggi ancora di più perché colpito dall’inflazione.
Abbiamo da affrontare, quindi, due problemi: il problema dei salari dei lavoratori dipendenti e il problema di garantire persone salariate per mansioni che oggi non sono regolamentate e per cui vengono pagate pochi euro all’ora.

Video dell'intervento»



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