Superbonus: il Governo faccia chiarezza e sblocchi la cessione dei crediti
"Quali iniziative intendano adottare i Ministri in indirizzo per facilitare lo sblocco della cessione dei crediti fiscali anticipati o maturati dalle imprese edili nell’ambito dei bonus edilizi, per prevenire il fallimento di un elevato numero di imprese ed evitare l’interruzione di lavori in corso, agevolando lo smaltimento delle procedure in essere da parte di tutti gli attori in gioco senza creare ulteriori incertezze normative, facendo salvo l’obiettivo di prevenire e contrastare quanto più possibile le frodi". E’ la richiesta contenuta in una interrogazione del Gruppo PD, a cui ho aderito, ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico sulla questione della cessione dei crediti connessi ai bonus edilizi delle imprese edili.
Nell'interrogazione si chiede ai Ministri interrogati se "non ritengano opportuno prevedere, con urgenza, l’emanazione di disposizioni mirate a favorire l’accettazione da parte degli istituti di credito delle domande di cessione dei crediti fiscali maturati dalle imprese edili e se, a tal fine, intendano proporre una ulteriore estensione del limite massimo al numero di cessioni dei crediti fiscali".
Testo dell'interrogazione:
Atto n. 3-03367 - Pubblicato il 14 giugno 2022, nella seduta n. 439
Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico.
Premesso che:
secondo un'indagine realizzata dalla Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA) sulla base di un campione rappresentativo dei settori dell'edilizia, delle costruzioni e dei serramenti, emerge in tutta evidenza una preoccupante problematica legata alle difficoltà riscontrate dalle imprese edili nella cessione dei crediti connessi ai bonus edilizi, in primis quelli previsti dall'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto rilancio, recante incentivi per l'efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici), che in assenza di adeguate soluzioni metterebbe a rischio di fallimento circa 33.000 imprese artigiane, con la conseguente perdita di 150.000 posti di lavoro;
questa grave situazione è maturata a seguito del susseguirsi di interventi normativi, spesso contraddittori, che si sono progressivamente sovrapposti nel corso degli ultimi mesi, contenuti nel decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157 (decreto antifrode), successivamente abrogato dall'articolo 1, comma 41, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio per il 2022), nel decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 13 (decreto frodi), successivamente abrogato dalla legge 28 marzo 2022, n. 25, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (decreto sostegni ter), negli articoli 29-bis e 29-ter del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34 (decreto bollette) e, infine, nel decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 (decreto aiuti);
l'introduzione di criteri più restrittivi per la cessione dei crediti e la previsione di un limite numerico alle cessioni stesse, insieme all'introduzione di controlli più capillari, adottati dal Governo per arginare il preoccupante quadro delle potenziali frodi in atto sui vari bonus edilizi, impedire l'accesso ai benefici a persone che non ne hanno diritto, e scongiurare la nascita di quella che diventerebbe di fatto una moneta fiscale parallela, ha di fatto impedito ex post a migliaia di imprese edili, che hanno regolarmente svolto i lavori nel pieno rispetto della normativa e praticato lo sconto in fattura, di cedere i crediti fiscali anticipati o maturati, ritrovandosi, per tale via, in una situazione grave mancanza di liquidità;
gli istituti di credito, per effetto delle limitazioni sulla cessione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi, hanno prudenzialmente bloccato l'acquisizione di nuovi crediti e fortemente rallentato le procedure di effettiva acquisizione dei crediti anticipati dalle imprese edili in attesa di possibili nuovi spazi di acquisizione;
considerato che:
secondo le stime della CNA, i crediti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non monetizzati attraverso una cessione ammontano a quasi 2,6 miliardi di euro, dei quali il 15,3 per cento risulterebbe attualmente bloccato;
dall'indagine emerge anche come questa situazione, oltre al rischio del fallimento, che investirebbe il 48,6 per cento degli intervistati, causerebbe importanti crisi di liquidità al 68,4 per cento del campione, che comprometterebbero la continuità dei cantieri avviati, nonché ingenti ritardi nel pagamento dei fornitori, per il 50 per cento circa del campione, delle imposte, per il 30,5 per cento, e dei collaboratori, per il 20 per cento circa;
l'incertezza normativa e finanziaria che investe l'ambito della cessione dei crediti ha generato una situazione in cui mancano i soggetti che sarebbero disponibili ad acquisire i crediti, un problema riscontrato dal 47,2 per cento del campione, con una prevalenza per le aziende di minore dimensione, nonché tempi eccessivamente lunghi per le procedure di accettazione dei documenti contrattuali, come emerso dal 33,4 per cento del campione, attestandosi a 5 miliardi di euro il valore dei crediti in attesa di accettazione, di cui circa 4 miliardi per le prime cessioni o sconti in fattura;
la situazione fa pertanto sì che solo il 6,7 per cento delle imprese coinvolte nell'indagine con meno di 10 dipendenti e il 5,4 per cento di quelle con 10 dipendenti o più abbia riferito di avere in essere un contratto di cessione e che il credito sarà presto ceduto;
rilevato che:
i ritardi e i blocchi accumulati rischiano di mettere in crisi un comparto la cui piena operatività è essenziale per mantenere l'economia italiana in crescita in un momento di grave incertezza, caratterizzato da una difficile ripresa dalla pandemia da COVID-19 e dall'abbattersi della crisi dei prezzi delle materie prime e dell'energia;
nel breve periodo, le imprese si troveranno di fronte alla necessità di rinegoziare i contratti con i fornitori in conseguenza degli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell'energia solo attingendo alle proprie riserve di liquidità, che, secondo quanto riportato nel rapporto della CNA, sono fortemente ridimensionate a causa dei crediti fiscali bloccati,
si chiede di sapere:
quali iniziative intendano adottare i Ministri in indirizzo per facilitare lo sblocco della cessione dei crediti fiscali anticipati o maturati dalle imprese edili nell'ambito dei bonus edilizi, per prevenire il fallimento di un elevato numero di imprese ed evitare l'interruzione di lavori in corso, agevolando lo smaltimento delle procedure in essere da parte di tutti gli attori in gioco senza creare ulteriori incertezze normative, facendo salvo l'obiettivo di prevenire e contrastare quanto più possibile le frodi;
se non ritengano opportuno prevedere, con urgenza, l'emanazione di disposizioni mirate a favorire l'accettazione da parte degli istituti di credito delle domande di cessione dei crediti fiscali maturati dalle imprese edili e se, a tal fine, intendano proporre un'ulteriore estensione del limite massimo al numero di cessioni dei crediti fiscali.