Ridurre il sovraffollamento delle carceri umbre
Adesione ad un'interrogazione del Gruppo PD sul sovraffollamento delle carceri umbre.
Testo dell'interrogazione:
Atto n. 3-01094 | Pubblicato il 24 aprile 2024, nella seduta n. 183
VERINI, BAZOLI, MIRABELLI, ROSSOMANDO
Al Ministro della giustizia.
Premesso che:
al 31 marzo 2024 erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Le donne erano 2.619, il 4,3 per cento dei presenti, e gli stranieri 19.108, il 31,3 per cento;
dalla fine del 2019 alla fine del 2020, a fronte delle misure deflattive adottate durante la pandemia, le presenze in carcere erano calate di 7.405 unità. Ma sono subito tornate a crescere con un aumento di 770 unità nel 2021, di 2.062 nel 2022 e di 3.970 nel 2023. Nell’ultimo anno la crescita delle presenze è stata in media di 331 unità al mese, un andamento che, se confermato anche nel 2024, porterebbe ad oltre le 65.000 presenze entro la fine dell’anno;
con l’aumento cresce anche il tasso di affollamento ufficiale, che raggiunge a livello nazionale il 119,3 per cento;
i tassi di affollamento più alti a livello regionale si continuano a registrare in Puglia (152,1 per cento), in Lombardia (143,9) e in Veneto (134,4). In Umbria si ferma al 115,1 per cento a cui corrispondono 1.548 detenuti a fronte di una capienza massima di 1.345 posti. A Perugia sono 421 i detenuti a fronte di 363 posti, a Terni 556 per 422 posti, a Spoleto 456 per 462 posti e a Orvieto 115 per 98 posti;
tra le soluzioni al sovraffollamento, secondo il XX rapporto dell’associazione “Antigone” dal titolo “Nodo alla gola”, che si occupa delle condizioni della detenzione in Italia, presentato il 22 aprile 2024, non figura certamente l'edilizia penitenziaria. I tempi medi di costruzione di un carcere, nella storia recente, sono stati circa di 8-10 anni. Il costo medio di un carcere per 400 persone è di circa 30 milioni di euro. Ciò significa che oggi ci vorrebbero circa 40 nuove carceri, per un costo di un miliardo e 200 milioni di euro; a queste somme si dovrebbero aggiungere anche quelle, ingenti, per assumere almeno 300 poliziotti per ogni istituto, e quindi altre 12.000 unità di Polizia penitenziaria, oltre a tutte le altre figure professionali, ai servizi necessari per far funzionare gli istituti;
le cronache registrano un preoccupante incremento dei suicidi in carcere, che già alla data del 15 aprile 2024 ammontavano a 30, con una media dall’inizio dell’anno di uno ogni 3,5 giorni; al riguardo val la pena evidenziare come nel 2022 a fine anno si sono registrati ben 85 suicidi, il numero più alto mai registrato finora. Aumenta anche il numero di morti in carcere per cause diverse dal suicidio;
nell’ultimo anno sono 5 le persone che si sono tolte la vita nelle carceri dell’Umbria. nel rapporto di Antigone si evince che l’Umbria è la regione d’Italia in cui più volte si è applicato l’isolamento e in particolare questo avviene nel carcere di “Capanne”, con una media di 117,91 provvedimenti di isolamento disciplinare applicati nel 2022 per ogni 100 detenuti; a seguire ci sono Orvieto (99,78) e Spoleto (40,57). Perugia è anche uno degli istituti con il più alto tasso di detenuti stranieri (59,6 per cento);
la carenza di personale è una delle criticità sistemiche che attanagliano gli istituti penitenziari, una carenza trasversale che riguarda tutti gli operatori penitenziari, dal personale amministrativo ai funzionari giuridico-pedagogici, sino ad arrivare ai direttori. Il rapporto tra detenuti e agenti attuale è pari ad 1,96 detenuti per ogni agente, a fronte di una previsione di 1,5. In Umbria il rapporto è pari a 2. L’affollamento e la carenza di personale determinano altresì mancanza di un'adeguata copertura di cure sanitarie, pochi fondi per la formazione e per il lavoro, anche in vista del reinserimento sociale;
a fronte delle difficilissime condizioni di vita di chi si trova in questi spazi ristretti e non adeguati, condannato o lavoratore che sia, si continua a introdurre nuovi reati e ad inasprire le pene per i reati già esistenti, una politica criminogena che porta ad un continuo sovraffollamento carcerario, senza personale sufficiente a gestire numeri elevatissimi, con un vistoso aggravamento delle condizioni di sanità e senza alcun investimento nella formazione, strumento indispensabile per la rieducazione;
in Umbria risultano essere sempre più frequenti episodi di violenza e di aggressione tra detenuti e tra questi ultimi e il personale della Polizia penitenziaria e nel territorio regionale non è presente alcuna residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza da destinare alla popolazione carceraria affetta da disturbi psichici; più complessivamente il sistema carcerario italiano non è dotato di un efficiente servizio psichiatrico con specialisti medici all'interno di ogni struttura penitenziaria a fronte dell'elevato numero di detenuti che presentano disturbi psichici,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per porre rimedio a questa drammatica situazione e, in particolare, per: a) ridurre il sovraffollamento che costituisce un serissimo ostacolo a un'esecuzione della pena conforme ai precetti costituzionali e capace di favorire il graduale reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, prevenendo in tal modo i rischi di recidiva; b) rafforzare il personale di servizio nelle carceri italiane sia amministrativo che della Polizia penitenziaria e del trattamento, anche per assicurare a tutti gli operatori di svolgere il lavoro complesso e difficile che sono chiamati a svolgere; c) intervenire sulle strutture carcerarie, con interventi di manutenzione e ristrutturazione, al fine di renderle adeguate alle necessità, compresa l’esigenza di assicurare una piena ed effettiva tutela della salute dei detenuti a partire da quelli psicologicamente più fragili.
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Interrogazione svolta il 10 ottobre 2024