La vicenda di STMicroelectronics
Adesione ad un'interrogazione del Gruppo PD sulla vicenda di STMicroelectronics NV (STM).
Testo dell'interrogazione:
Atto n. 3-01496 | Pubblicato il 26 novembre 2024, nella seduta n. 245
MISIANI, MIRABELLI, ALFIERI, NICITA, FURLAN, MALPEZZI, FINA, ROJC, IRTO, CAMUSSO, DELRIO, PARRINI, MANCA, ZAMBITO, TAJANI, MARTELLA, RANDO, FRANCESCHELLI, ROSSOMANDO, BASSO, VALENTE, CRISANTI
Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle imprese e del made in Italy.
Premesso che:
STMicroelectronics NV (STM) è un’azienda italo-francese tra i principali produttori mondiali di semiconduttori, nonché una delle pochissime presenze italiane ad operare in uno specifico settore del panorama tecnologico globale in forte crescita e ascesa;
la STM è il risultato di una joint venture quotata in borsa e detenuta per il 27 per cento del suo capitale da una holding paritetica fra lo Stato italiano, il cui azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze, e lo Stato francese attraverso la BPIFrance;
in Italia STM impiega, nei poli di Agrate Brianza - Cornaredo, di Catania e in altri 10 siti, circa 12.000 dipendenti, di cui 3.200 ricercatori. Proprio le collaborazioni con le università e i centri di ricerca, nonché il sistema di indotto generato con le fabbriche, moltiplicano l’importanza della società per i territori e per l’ecosistema industriale e tecnologico del Paese;
recenti notizie di stampa hanno riportato di alcuni problemi nell’ambito della governance societaria e nel rapporto fiduciario tra l’azionista italiano e i vertici della società, anche a seguito di cambiamenti organizzativi adottati dall’amministratore delegato che hanno portato allo smembramento della divisione Automotive and Discrete Group con effetti ed impatti di significativa importanza per i siti italiani;
da inizio del 2024 il prezzo delle azioni della società suddetta è crollato del 47 per cento, diminuendo per oltre 2,5 miliardi di euro il valore dell’investimento dello Stato italiano e toccando, in data 13 novembre, il valore minimo nel corso delle ultime 52 settimane;
il 31 ottobre 2024, STM ha comunicato i risultati del terzo trimestre 2024 e dei 9 mesi dell’esercizio 2024, riferendo di un’attesa flessione dei ricavi annuali del 22,8 per cento rispetto all’anno precedente e rivedendo questa stima al ribasso per la terza volta da inizio dell’anno. Nel comunicato del terzo trimestre 2024, STM ha annunciato il lancio di un nuovo programma globale per ridisegnare la base manifatturiera accelerando la capacità produttiva a 300mm per il silicio negli stabilimenti di Agrate e Crolles, a 200mm per il carburo di silicio a Catania e ridimensionando i costi globali su base annua a fine 2027 stimata, in milioni di dollari, nella “fascia superiore a tre cifre”;
il nuovo programma manifatturiero e l’obiettivo di riduzione dei costi sono stati riaffermati durante la giornata di incontro con gli investitori del 20 novembre, senza tuttavia fornire dettagli in merito alle azioni specifiche per ciascuna fabbrica e ai relativi impatti occupazionali;
STM realizza le proprie produzioni di circuiti integrati in Italia e Francia e, segnatamente, nelle fabbriche di Agrate Brianza, Catania, Crolles, Rousset e Tours. Le produzioni su tecnologie più avanzate (cosiddetti “300 mm”) sono prevalentemente realizzate a Crolles. Ad Agrate Brianza è stato avviato nel 2018 il progetto per una nuova fabbrica da 300mm con contributi dello Stato italiano per oltre 400 milioni di euro, detto “Progetto R3”. Tuttavia, completata la infrastruttura, in ragione di marcati ritardi negli investimenti, la capacità produttiva della nuova fabbrica non ha ancora raggiunto la taglia critica ed è circa 14 volte inferiore rispetto a quella installata a Crolles;
dal 2019 al 2023 si stima che la quota degli investimenti in tecnologia a 300 mm a Crolles siano stati largamente preponderanti rispetto a quelli ad Agrate Brianza. A Catania sono previsti due progetti di espansione su tecnologie a substrato in carburo di silicio. Il primo (“Progetto SiC1”), già definito e finanziato dal Governo italiano, risulta registrare consistenti ritardi, mentre il secondo progetto, che si inserisce nel quadro del “Chips Act”, è ancora in fase di avvio;
nei siti in Italia è prevalente la produzione in tecnologie a 200 o 150 mm, che appaiono essere l’obiettivo del piano di ristrutturazione delle fabbriche annunciato. Negli anni più recenti si è già assistito ad un trasferimento verso gli stabilimenti di Crolles e Rousset di tecnologie originate ad Agrate Brianza e associate alle applicazioni automotive e di potenza,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, per quanto di rispettiva competenza, siano a conoscenza dell’avvenuta approvazione o meno del Programma relativo al ridisegno della base manifatturiera di STM da parte del Consiglio di sorveglianza e, eventualmente, se siano a conoscenza della posizione assunta a riguardo dai 3 consiglieri designati dal Governo italiano;
se siano a conoscenza degli aspetti relativi ai profili occupazionali propri al Programma di ridisegno della base manifatturiera per i siti di Agrate Brianza e Catania e se, eventualmente, abbiano già fatto richiesta di garanzie sulle prospettive industriali e tecnologiche;
se non ritengano necessario, in ragione della minore scala e conseguente maggior costo delle produzioni a 300 mm presso lo stabilimento di Agrate rispetto a quello di Crolles, assumere iniziative volte a evitare il continuo trasferimento delle tecnologie a Crolles, al fine di scongiurare per il sito italiano un ruolo marginale e ancillare rispetto a quello francese;
se abbiano verificato lo stato di avanzamento del Progetto R3 ad Agrate Brianza ed il rispetto del piano industriale in relazione all’erogazione dei contributi e se intendano replicare tali verifiche prima dell’erogazione dei contributi sul Progetto SiC1 che interessa lo stabilimento di Catania;
se non ritengano necessario proporre correttivi ai soci in STM, al fine di vedere debitamente tutelato l’interesse bilanciato dei siti in Italia e in Francia e quello degli azionisti di mercato.