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In Sicilia e Sardegna avanza la desertificazione

Adesione ad un'interpellanza del Gruppo PD sull'emergenza siccità in Sicilia e Sardegna.

Testo dell'interpellanza:

Atto n. 2-00019 con procedimento abbreviato | Pubblicato il 26 giugno 2024, nella seduta n. 202

NICITA, BOCCIA, BAZOLI, MIRABELLI, LORENZIN, ZAMBITO, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, ALFIERI, CAMUSSO, CASINI, CRISANTI, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, LA MARCA, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MISIANI, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, TAJANI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI


Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica, delle infrastrutture e dei trasporti, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per la protezione civile e le politiche del mare e dell'interno. 

Premesso che:
la condizione di grave siccità in Sicilia perdura con una forte anomalia della precipitazione cumulata: nella Sicilia orientale mancano fino al 70-80 per cento delle piogge da settembre 2023 ad aprile 2024. Non sono bastate le esigue piogge di maggio a mitigare la grave crisi idrica che sta colpendo la Sicilia. Le perturbazioni che hanno interessato la Sicilia si sono rivelate sempre deboli e disomogenee, insufficienti quindi per apportare un'inversione di tendenza;
a fine maggio le precipitazioni accumulate in Sicilia negli ultimi 12 mesi, con una media regionale di 453 millimetri, sono scese sotto la soglia di 500 millimetri medi, valore che non si registrava dalla grande siccità del 2002, quando nello stesso periodo l’accumulo medio risultava essere stato di 415 millimetri. Spiccano le aree della regione, principalmente nella Sicilia centro-orientale e sulla fascia centro-meridionale, dove gli accumuli annuali sono inferiori a 300 millimetri, con deficit che arrivano a superare il 60 per cento a livello annuale, come a Catania, dove con soli 240 millimetri caduti in un anno, mancano all’appello oltre 400 millimetri di pioggia;
secondo gli ultimi dati SIAS, le piogge nel mese di maggio, “laddove cadute più abbondanti, hanno portato beneficio non solo alle colture arboree, ma anche ai cereali e alle foraggere delle aree collinari e montane più fresche, specie sul settore occidentale, dove le colture si trovavano ancora in sufficientemente buono stato vegetativo, tale da potersi ancora avvantaggiare di questi apporti non troppo tardivi. Sono state praticamente ininfluenti invece le piogge cadute su foraggere e cereali di molte aree del settore orientale, dove il deficit idrico e le temperature superiori alla norma avevano già portato ad un precoce disseccamento parziale o totale della vegetazione. Per quanto riguarda l’accumulo di riserve nel reticolo idrografico e nei corpi idrici sotterranei, di nuovo gli eventi del mese non hanno consentito di attenuare il deficit accumulato in precedenza. La bassa intensità di pioggia che ha caratterizzato gli eventi e le condizioni dei terreni hanno favorito l’assorbimento quasi totale delle piogge da parte degli strati superficiali del suolo, senza rilasci significativi verso i sistemi di irrigazione”;
nelle zone del catanese e del siracusano si registrano le anomalie più alte. Catania città registra addirittura un’anomalia del 70 per cento, vale a dire che nel periodo da luglio 2023 ad aprile 2024 a Catania c'è stato il 70 per cento in meno delle precipitazioni. A Linguaglossa si tocca il 79 per cento in meno, mentre Mineo conta il 67 per cento, e a Paternò il 71. Nel catanese non cadeva così poca pioggia dal 1969. Nel siracusano, invece, i centri più in crisi sono Augusta e Lentini, con cifre analoghe;
la condizione di grave siccità riguarda tutta la Sicilia: le 29 dighe siciliane mostrano quasi tutte una portata dell’acqua dimezzata rispetto all’anno precedente e una parte significativa di queste è da tempo bloccata o dispersa per gli ostacoli alla distribuzione, alla pulitura degli alvei, al blocco delle perdite;
considerato che:
appaiono gravi le conseguenze di questi mancati apporti su corpi idrici sotterranei di fondamentale importanza per gli approvvigionamenti idrici;
per il comparto agricolo e zootecnico quest’anno si stima una perdita pari in media al 50 per cento della produzione nello scenario di “improbabili precipitazioni estive” e del 75 per cento se queste non dovessero verificarsi. Grano, cereali e foraggi, segnala la Coldiretti, fanno registrare un calo con punte del 100 per cento, per non parlare dei danni al settore zootecnico;
il piano di razionamento dell’acqua coinvolge quasi un milione di persone, circa un quinto della popolazione siciliana. La riduzione forzata di forniture d’acqua potabile da parte di Siciliacque, la società che gestisce le reti idriche dell’isola, riguarda già 93 comuni nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani. Sono previste riduzioni della portata d’acqua fra il 10 e il 45 per cento, con punte maggiori in 15 centri del nisseno e dell’agrigentino. Secondo i dati ANBI, in alcuni invasi dell’isola per uso potabile manca oltre il 90 per cento dell’acqua;
nei giorni scorsi è stato lanciato un preoccupante allarme dai centri di dialisi alla regione. Per ognuno dei 4.000 pazienti sotto trattamento nelle 81 strutture dell’isola, servono circa 1.500 litri di acqua a seduta. E in molti comuni l’acqua viene erogata ogni 15 giorni;
anche le associazioni del settore turistico hanno lanciato l’allarme della fornitura di acqua potabile e del costo dell’impiego delle autobotti;
ad oggi, l’intervento del presidente della Regione ha generato soltanto 20 milioni di euro per misure compensative, ma la stima della perdita economica va, a seconda degli scenari ipotizzati, da un miliardo a 2 miliardi e 686 milioni di euro;
il Governo ha bocciato un emendamento al “decreto-legge coesione”, a prima firma del primo interpellante, che destinava 800 milioni per il contrasto urgente all’emergenza siccità in Sicilia e in Sardegna,
si chiede di sapere quali misure urgenti e immediate il Governo intenda mettere in atto per fronteggiare una crisi gravissima sotto il profilo economico-sociale e ambientale.

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