Non si blocca l’immigrazione facendo proclami e gesti simbolici

Intervento in Tv a 7Gold.

Bisogna evitare approcci ideologici sull’immigrazione.
Il fenomeno migratorio non è voluto da nessuno.
Ci sono forti pressioni migratorie in tutte le frontiere europee, quindi, è un tema su cui dobbiamo continuare a lavorare.
L’immigrazione è un tema europeo: bisogna rivedere il Trattato di Dublino - ed è una battaglia che si sta facendo - perché obbliga i Paesi in cui sbarcano i migranti a farsi carico di quelle persone.

Il contenuto ideologico insopportabile della vicenda della Humanity 1 è che oggi, per dare il segno di un Paese con il pugno di ferro, si sacrifichino le condizioni di salute e di umanità di poche persone.
Che senso ha far attraccare una nave, far sbarcare donne e bambini e lasciare 30 persone a bordo pretendendo che quelle persone si rimettano in mare?
Non ha alcun senso, se non quello di accanirsi su quelle persone per dare un messaggio ideologico.
Penso che ci voglia grande pragmatismo nell’affrontare queste vicende e in questo non c’entra la ripresa del fare atti forti per cui si sacrificano le condizioni di alcune persone con l’intento di dimostrare al proprio elettorato di essere intransigenti.
Non è che lasciare 30 persone su una nave in porto mentre gli altri sbarcano significa bloccare gli sbarchi. Bloccare gli sbarchi vuol dire farsi carico di un’emergenza umanitaria e anche degli 8.000 sbarchi che arrivano con i barchini dalla Tunisia.
Non si blocca l’immigrazione facendo proclami e gesti simbolici come questi sulla pelle di alcuni ma si fa con politiche serie, coinvolgendo l’Europa e i Paesi di provenienza dei migranti; è un processo lungo che non dà soluzioni subito.

 

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