Le premesse sulla Legge di Bilancio non sono confortanti
Intervento in Tv a 7Gold.
Vedremo come sarà la manovra, ne discuteremo ma mi pare che le premesse non siano confortanti.
Il caro-bollette è un problema che non nasce adesso ma mia pare che il Governo non farà altro che rifinanziare le misure già prese dal Governo precedente.
Il Documento di programmazione economica votato qualche settimana fa lascia intendere cose preoccupanti: c’è un’ipotesi concreta di tagliare i fondi per la sanità e per l’istruzione; mentre non mi pare che ci sia nulla sul grande tema del potere di acquisto dei salari.
Su questo, se la manovra si limiterà a prorogare il taglio del cuneo fiscale già fatto dal Governo precedente, francamente è molto poco di fronte all’inflazione galoppante.
Sulle pensioni sarà interessante vedere come agirà il Governo.
L’impressione è che si prendano una serie di provvedimenti che riguardano poche migliaia di cittadini, sia sulle pensioni, che sull’aumento della soglia per avere la flat tax per autonomi e partite IVA ma queste cose rischiano di essere finanziate con tagli o mancati investimenti in settori chiave come l’istruzione o la sanità, come è scritto nel NADEF, quindi, non è un’invenzione o una polemica sterile dell’opposizione.
Sulle pensioni c’è un punto per noi irrinunciabile: se si devono trovare risorse, non possono essere cercate in quelle che servono per garantire la rivalutazione delle pensioni che spetta ai cittadini secondo un meccanismo di contingenza e di adeguamento rispetto all’inflazione che non si è mai interrotto.
Nessuno pensi di mettere mano a quella possibilità che hanno i pensionati di vedere adeguata la propria pensione all’aumento dell’inflazione.
Siamo alla vigilia della presentazione della Legge di Bilancio e sappiamo molto poco di quali saranno i nuovi provvedimenti. Molto mi pare legato esclusivamente alla prosecuzione delle misure già adottate dal Governo precedente. Per il resto, la maggioranza continua a mettere in campo proposte e idee che non credo che siano la priorità dei cittadini, come il bonus per i matrimoni, l’aumento del tetto per l’uso dei contanti e una serie di misure che non mi pare che rispondano ai bisogni reali che ci sono oggi.
Tra i bisogni, c’è sicuramente la necessità di mettere le famiglie del nostro Paese in condizione di poter affrontare il problema della natalità. Su questo si può agire con provvedimenti come l’estensione dei congedi parentali, l’aumento degli asili nidi sui territori e tutte quelle misure che possono aiutare le famiglie dalla nascita di un bambino. Inoltre, c’è un problema più complessivo che riguarda i salari per i lavoratori dipendenti, che resta fermo a vent’anni fa e che unito all’inflazione comporta un grandissimo problema per le famiglie. Se non si risolve questo aspetto, diventa difficile per molte famiglie assumersi la responsabilità di procreare.
La narrazione per cui, fino al Governo Meloni, l’Italia non contava nulla in Europa è contraria ad ogni evidenza, non solo perché Draghi era una personalità riconosciuta ed un riferimento per tutta Europa ma anche se si pensa al risultato ottenuto dall’Italia dopo la pandemia affinché si facesse il PNRR e perché l’Europa per la prima volta mettesse a disposizione grandi investimenti per favorire la ripresa. Quel risultato si è ottenuto grazie ad una battaglia italiana e l’Italia è il Paese che beneficia maggiormente di quei fondi.
Adesso si parla di riformare il reddito di cittadinanza, garantendo che chi non accetta la prima offerta di lavoro ne venga privato ma bisogna vedere di quale lavoro si sta parlando. Ci sono migliaia di cittadini che percepiscono il reddito di cittadinanza perché il loro salario è talmente basso da non garantire il limite di sopravvivenza.
La gente vuole lavorare ma bisogna creare le condizioni affinché i salari aumentino, per questo occorre un taglio molto consistente del cuneo fiscale, bisogna fare una legge sul salario minimo e bisogna che i contratti che si stanno facendo aumentino in maniera significativa il reddito dei lavoratori.
Molte critiche sul non aver preso misure sufficienti per aiutare i lavoratori mentre eravamo al Governo sono giuste; il risultato elettorale è chiaro.
È evidente che rispetto ad alcune questioni come quella salariale o della lotta alle diseguaglianze, che sono e devono essere i cardini di una forza di centrosinistra, abbiamo perso credibilità perché nello stare al Governo ad affrontare via via le diverse emergenze che il Paese ha vissuto, il profilo di forza riformatrice attenta a questi temi si è in parte appannato.
In questi vent’anni siamo stati al Governo tutti a parte Fratelli d’Italia e, quindi, credo che nessuno possa raccontare di non aver passato anche una fase importante al Governo.
Abbiamo provato a intervenire per aumentare il potere di acquisto dei salari con il taglio delle tasse sui salari e con una serie di misure che evidentemente non sono bastate.
Se devo fare un’autocritica vera, penso che non abbiamo fatto abbastanza contro la precarietà nel mondo del lavoro che è un tema che, associato a quello dei salari, crea una condizione difficile per tante famiglie.
Il cuneo fiscale non taglia i contributi previdenziali, taglia le tasse sul lavoro lasciando più soldi ai lavoratori in busta paga. Questa misura, quindi, non penalizza le future generazioni sulle pensioni.
I 71 miliardi dal Governo precedente sono stati messi esattamente dove adesso il Governo Meloni metterà gli altri 21: in interventi per evitare che il prezzo della benzina sia eccessivo, per aiutare le famiglie più deboli di fronte all’aumento delle bollette, per aiutare le imprese.
D’altra parte, questa manovra, così come l’abbiamo letta anche dal Documento di programmazione, su questi temi non fa altro che rifinanziare le misure già prese dal Governo precedente.
Altro è se si vuol dire che, di fronte ad una guerra che ha determinato alcuni fenomeni che non riguardano solo l’Italia o di fronte all’inflazione, quelle misure possono apparire insufficienti.
La maggioranza di Governo non vede l’ora di inventarsi questioni pur di non spiegare agli italiani come vuole affrontare i problemi reali, per cui crea il bonus matrimoni, l’aumento del tetto dei contanti, la polemica sulla figlia della Meloni a Bali su cui, però, non ci sono dichiarazioni.
È giusto togliere l’IVA sui generi di prima necessità. Se ci sarà questo provvedimento, ben venga.
Se la cifra di questo Governo deve essere il rispetto delle regole e mandare avanti chi le regole le rispetta, faccio notare che l’aumento del tetto per l’uso dei contanti a 5.000 euro per fare un favore degli evasori, lo scudo fiscale per chi fa rientrare i capitali dall’estero e qualche condono non sono una buona cifra.