Sconcerto per le audizioni di Mori e De Donno in Antimafia
Oggi in Antimafia abbiamo ascoltato gli interventi del Gen. dei CC Mori e del Col. De Donno, dedicati agli anni a cavallo delle stragi, degli omicidi politici in Sicilia, delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Sono state ricostruzioni sulle quali, nelle prossime sedute, sarà possibile chiedere molti chiarimenti, formulare domande e interrogativi. E promuovere altre audizioni. La prima impressione che abbiamo avuto è di grande perplessità e, per certi aspetti, di sconcerto.
Siamo rimasti colpiti dal fatto che nelle circa due ore di relazioni, gran parte del tempo sia stato dedicato ad autodifese dei propri comportamenti.
E a lanciare accuse, formulare giudizi opachi, scenari di delegittimazione nei confronti di alcuni magistrati e di esponenti istituzionali diversi, i quali da allora e da sempre sono stati protagonisti del contrasto alle mafie, al terrorismo rischiando la vita, vivendo sotto scorta.
Al tempo stesso è apparso davvero poco credibile il fatto che esponenti come i due auditi, in primis il Gen. Mori, abbiano insistito per circoscrivere gli assassinii di Falcone e Borsellino e degli agenti delle scorte al solo scenario 'Mafia e appalti' - certamente rilevante - ignorando totalmente il quadro di cambiamenti politici e le scelte della Mafia, connesse a precise strategie di controllo del sistema politico-istituzionale.
Strategie molto probabilmente legate alle stragi siciliane ma anche a quelle di via dei Georgofili, agli attentati romani del Velabro, San Giovanni e via Fauro, a quello di via Palestro a Milano, decise per cambiare il corso politico del Paese.
Davvero molto singolare.