Innovazione e visione per garantire accesso alla casa e qualità dell’abitare
Intervento svolto all'Assemblea nazionale di Confcooperative Habitat a Roma (video).
È un piacere essere all’Assemblea Nazionale di Confcooperative ed è anche l’occasione per ringraziare la cooperazione dei contributi e degli stimoli continui che fa arrivare alla politica su questioni decisive, come quella dell’abitare.
Credo che Alessandro Maggioni abbia fatto una bella relazione; lo dico da persona che politicamente si occupa delle questioni dell’abitare da tanto ma lo dico anche da cooperatore, perché mi pare che la questione fondamentale sia quella di recuperare il ruolo sociale delle cooperative, in una fase difficile per il Paese e per le persone e in cui le cooperative devono avere le capacità che le ha fatte nascere, di svolgere un ruolo positivo per superare le diseguaglianze, creare le opportunità che rendano più semplice trovare risposte ai propri bisogni a chi è più svantaggiato.
La relazione di Maggioni dice chiaramente cosa bisogna fare per recuperare questo ruolo.
Non che prima non lo si avesse ma oggi bisogna rilanciare questo ruolo. Credo che il tema sia: innovazione e visione.
Bisogna avere una visione e bisogna avere la capacità di innovare e di superare anche alcuni schemi.
Mi soffermo solo su alcune cose importanti.
Abbiamo un drammatico problema di accesso alla casa, soprattutto nelle grandi città.
Stiamo assistendo in questi giorni ad una discussione assolutamente doverosa sulla diminuzione del potere di acquisto dei salari in questo Paese, che dura ormai da troppo tempo. Questa cosa è acuita dal costo dell’abitare troppo alto.
Gli strumenti che abbiamo in campo, come l’edilizia residenziale pubblica, sono vecchi, non sono sufficienti e non danno risposte adeguate.
Forse è così anche per i nostri strumenti, come la cooperazione a proprietà indivisa o altro: non sono più sufficienti.
Dobbiamo, quindi, innovare; certamente con proposte da fare anche alla politica, però, penso che qui ci sia un grande tema che è il come garantiamo l’accesso alla casa.
L’altro tema riguarda la qualità dell’abitare.
Riprendo questo perché la qualità dell’abitare, se ragionata nel contesto in cui è stata posta, è molto importante e necessita di una visione.
L’idea che noi dobbiamo migliorare la qualità dell’abitare perché cambierà il modo di lavorare, cambierà il modo di spostarsi, è un’idea che dobbiamo avere presente adesso. Dobbiamo progettare l’abitare e le nostre città sapendo che siamo di fronte ad una fase in cui ci sarà comunque una trasformazione.
Che ne sarà dei quartieri e degli uffici quando sarà dimezzato il numero degli impiegati che lavorano in ufficio?
Che ne sarà dell’indotto?
Qui c’è il grande tema della rigenerazione urbana, su cui ci stiamo cimentando da ormai da molto tempo. Credo che ormai siamo in dirittura di arrivo con la legge sulla rigenerazione urbana e che ha proprio questa funzione: dare strumenti per ripensare le città, ripensare interi quartieri, ripensando alla loro prospettiva e alla loro vocazione ma anche pensando lì dentro a come realizzare quei progetti di abitare che consentano a tutti di avere una risposta e che non ci siano più città in cui vivono solo i ricchi mentre tutti gli altri vengono espulsi.