Ripresenterò il ddl sui giochi con gli elementi dell’accordo Stato-Regioni
Qualunque sarà il nuovo Governo italiano, come auspica che si muova in materia di gioco e quali sono gli obiettivi che si dovrà porre?
Penso che si debba riprendere in mano il documento finale della Conferenza Stato-Regioni, tradurlo in un disegno di legge e approvarlo, visto che è il frutto di un lavoro condiviso per ridurre la domanda e l’offerta di gioco in questo Paese.
Sicuramente ripresenterò il mio disegno di legge di riordino complessivo, con gli elementi migliorativi emersi dai lavori della Conferenza, quindi, una riduzione più significativa delle sale giochi e della presenza di slot machines in luoghi pubblici che non sono destinati al gioco, maggiori garanzie per la salute dei giocatori che riguardano le caratteristiche che devono avere i responsabili delle sale o anche l’utilizzo della tessera sanitaria come documento identificativo per poter giocare e per affrontare il tema del riciclaggio e della legalità.
Temi, per altro, emersi anche dal Rapporto della Commissione Antimafia.
Temi, per altro, emersi anche dal Rapporto della Commissione Antimafia.
Negli ultimi anni le Regioni hanno varato molti provvedimenti restrittivi sul gioco. A suo modo di vedere, orari e distanze sono utili per prevenire il gioco patologico?
In Conferenza Stato-Regioni si è trovato un buon punto di equilibrio, stabilendo quante sono le sale gioco previste per ogni Regione e prevedendo una distribuzione omogenea sul territorio. Poi va bene che la ridistribuzione venga fatta rispettando le distanze. Già oggi esistono norme che impongono dei limiti al funzionamento di sale e apparecchi: rigide o flessibili sono comunque norme ormai digerite.
Porre troppi vincoli a concessionari, terrestri o online, autorizzati dallo Stato e che pagano regolarmente le tasse non rischia di avvantaggiare chi, invece, non è autorizzato, non paga tasse e probabilmente si interessa poco della tutela dei minori e delle fasce deboli?
Sono dell’opinione che i concessionari devono essere messi nelle condizioni di poter operare. Non è un mistero che non si è proceduto all’attuazione di quanto stabilito nella Conferenza Stato-Regioni perché una Regione, il Piemonte, ha vanificato il risultato attraverso l’emanazione di norme che hanno penalizzato oltremodo i concessionari e gli operatori. Pensavano di fare meglio ma, in questo caso, il meglio è stato nemico del bene.
Per quanto riguarda la pubblicità del gioco, può essere uno strumento per distinguere gli operatori legali da quelli che non lo sono?
Penso che si debba ridurre l’offerta ma anche la domanda e, quindi, bisogna intervenire sulla pubblicità. Gli interventi fatti non sono sufficienti, specie sull’online, e c’è un eccesso nell’utilizzo delle reti sportive per promuovere le scommesse online e il gioco. Occorre intervenire. Io penso che si debba vietare la pubblicità del gioco all’interno delle trasmissioni sportive, altrimenti si innesca un circolo vizioso che è il contrario di quanto dobbiamo fare, ossia ridurre la domanda.
Quanto è importante la formazione e la prevenzione per promuovere il gioco responsabile, e quali compiti possono essere affidati agli operatori e alle istituzioni scolastiche?
Per quanto riguarda gli operatori, mi pare che le norme contenute nell’intesa raggiunta nella Conferenza Stato-Regioni siano positive. Ci deve essere la formazione e la capacità di cogliere dove ci sono giocatori problematici, intervenire, consigliare le persone in difficoltà. È utile che le istituzioni e anche la scuola spieghino che il gioco deve essere comunque responsabile, non deve essere demonizzato ma bisogna conoscerne i rischi. E poi, mi permetto di insistere, bisogna ridurre la domanda. Il fatto di aver consentito per molti anni la presenza di macchine da gioco con premi in denaro in ristoranti, bar, tabacchi, è stato un elemento molto negativo.
Il nuovo Governo porterà a termine la riforma del gioco?
Questo non lo so: non so neanche se ci sarà un nuovo Governo. Vedremo.
In un’ottica di riduzione dell’offerta di gioco, che cosa ne pensa dell’idea di consentire la nascita di nuovi casinò?
Dentro questo ragionamento sui luoghi di gioco ci può stare una riflessione, tenendo conto che molti casinò, in Italia e non solo, sono in crisi.