Il gioco non sia lasciato alla discrezionalità dei Comuni
Il senatore del Pd, firmatario di una legge di riordino complessivo del settore del gioco, annuncia la tempistica dell'iter e auspica regole certe. Il Senato tornerà presto, prestissimo, a occuparsi di gioco e del suo riordino normativo. Una necessità che, secondo il senatore del Pd Franco Mirabelli, non è venuta meno con l'approvazione della legge di Stabilità 2016, che ha anche aperto la strada a una concertazione, in materia, nell'ambito della Conferenza Unificata Stato Regioni.
Alla luce dei contenuti su gioco e pubblicità inseriti nella legge di Stabilità 2016 quale potrà essere il futuro e l'iter del disegno di legge a sua firma in materia, già incardinato in Commissione Finanze in Senato e quali saranno tempistica e modalità delle audizioni?
“Mi pare evidente che le norme contenute nella Legge di Stabilità, pur muovendosi nella direzione giusta (riduzione dell'offerta di gioco, abolizione della pubblicità nelle trasmissioni generaliste e rimando ad un accordo alla conferenza Stato-Regioni per stabilire regole certe), non esauriscano la materia né facciano venir meno la necessità di un riordino complessivo del settore. Andremo, quindi, avanti con l'iter della legge e siamo sollecitati a farlo da più parti. In questi giorni dagli operatori ma anche da Mettiamoci in Gioco è arrivata la richiesta di una legge di riordino del settore. Già giovedì 25 febbraio all'Ufficio di Presidenza della Commissione Finanze decideremo, viste le proposte arrivate, chi convocare per le audizioni e ricevere un contributo per scrivere una norma utile che cerchi di tener conto dei diversi interessi in campo. Sentiremo operatori, movimenti, medici e esperti che ci possano indicare le strade per combattere il gioco d'azzardo. Da qui si partirà con l'impegno a chiudere al più presto l'iter in commissione”.
A suo modo di vedere la legge di Stabilità contiene misure sufficienti in materia di gioco?
“Ripeto, contiene misure importanti, che indicano la strada, ma che non sono sufficienti. C'è molto da fare per diminuire offerta e domanda di gioco, per introdurre norme contro il gioco illegale e le infiltrazioni della criminalità e per stabilire regole chiare e trasparenti sulla diffusione territoriale del gioco che diano certezze a tutti e ci facciano uscire dalla incertezza di questi anni”.
La legge di Stabilità prevede, dal 2017, l'arrivo delle Awp da remoto. A suo modo di vedere il settore riuscirà a sostenere gli sforzi economici richiesti, anche a fronte di una maggiore tassazione?
“Credo che la scelta di ridurre il numero delle AWP nei locali pubblici sia una scelta giusta e necessaria a cui va aggiunta una regolamentazione a tutela dei minori e dei consumatori in generale. La decisione di sostituire le attuali Awp con apparecchi che abbiano l'accesso remoto, siano più controllabili nell'interesse di tutti è una scelta qualificante da cui sarebbe sbagliato tornare indietro. Per quanto riguarda la tassazione a fronte dell'aumento del Preu sono state cancellate altre imposte e diminuita la quota di vincite garantite, ma qui c'è un tema che andrà approfondito con la legge a partire dalla tassazione sul 'cassetto' cioè sull'utile e non sul giocato”.
Il governo intende riordinare l'offerta sul territorio, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali. Quali sono i suoi auspici in merito?
“È necessario il pieno coinvolgimento dei Comuni, ma non può essere lasciata alla totale discrezionalità dei Comuni la scelta autorizzativa, o alle ordinanze la possibilità di proibire di fatto o incentivare la diffusione dei punti gioco. Non funziona un sistema che non garantisce regole certe e una equa distribuzione su tutto il territorio nazionale. Per me questo significa provare a ragionare su un sistema che, riducendo complessivamente l'offerta, stabilisca un rapporto ben definito tra popolazione e sale gioco, punti scommesse e Awp nei locali pubblici. È una idea che deve essere perfezionata e la cui realizzazione potrebbe essere affidata alle Regioni, ma avrebbe il vantaggio anche di poter destinare una parte della tassazione ai Comuni per attività educative, culturali e di prevenzione, senza correre il rischio che ciò produca una corsa ad aumentare l'offerta di gioco essendo essa predeterminata. Sarebbe importante se questa ipotesi si cominciasse a discutere in vista della conferenza Stato-Regioni di aprile”.
In più occasioni ha manifestato l'intenzione di rilanciare il puro intrattenimento. Intende concretizzare questo proposito, se sì in quale modo?
“Continuo a pensare che serva creare alternative per i locali pubblici a cui, giustamente, imponiamo di ridurre o togliere le Awp, e dare la possibilità a una parte del sistema industriale di riconvertirsi, tornando a promuovere la diffusione di giochi di puro intrattenimento che sono quasi del tutto scomparsi dai nostri bar. Per far questo serve ragionare su un sistema di incentivi, ma stiamo anche ragionando su l'ipotesi di presentare un disegno di legge con queste finalità”.