Le priorità per il Paese
Articolo pubblicato su Zona Nove di Settembre.
La Legislatura che si sta concludendo è stata segnata da governi sostenuti da maggioranze diverse ed inedite: dal Governo Lega-M5S, alla maggioranza giallo-rossa, fino al Governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi. Soprattutto, sono stati anni in cui il Paese, le istituzioni e la politica si sono dovute misurare con eventi drammatici e straordinari come la pandemia e oggi, la guerra in Ucraina.
In ogni passaggio è stato evidente che, di fronte alle crisi, le risposte si possono trovare solo insieme agli altri grandi Paesi europei.
E’ stato così per i vaccini, costruendo una politica comune che evitasse la concorrenza sulle risposte al virus; è stato così per il PNRR, la scelta di costruire linee di finanziamento europeo per rilanciare l’economia dopo due anni di crisi e chiusure, di cui il nostro Paese sta beneficiando più di tutti, potendo contare su 240 miliardi di finanziamenti; ed è così oggi mentre affrontiamo l’aumento del costo delle materie prime, delle bollette e dell’inflazione.
Solo una politica comune sull’energia, che fissi un tetto per il prezzo del gas e distingua il costo delle bollette elettriche da quello del gas può consentire di evitare un autunno difficile per le famiglie e per le imprese.
Ma sono proprio le crisi che abbiamo vissuto in questi anni a indicare, insieme alla necessità di rafforzare l’Europa, le priorità necessarie per dare un futuro migliore all’Italia.
La prima priorità è il Lavoro e, soprattutto, la questione salariale.
Da troppi anni il potere d’acquisto degli stipendi non aumenta e oggi con l’inflazione all’8%, è urgente intervenire per aumentare i salari.
La strada è quella della riduzione delle tasse sul lavoro per lasciare più soldi ai lavoratori (da subito l’equivalente di una mensilità, propone il PD), insieme alla chiusura dei tanti contratti ancora aperti e all’approvazione di una legge salario minimo che impedisca lo sfruttamento di tanti a cui vengono proposti lavori a tre o quattro euro l’ora.
Lavoro pagato il giusto, dunque, che consenta di ridurre le diseguaglianze e lavoro per i giovani e le donne, premiando le aziende che li assumono a tempo indeterminato.
La seconda priorità è l’ambiente.
Questa estate, il caldo anomalo, la siccità, il distacco dei ghiacciai hanno reso evidente a tutti, anche a chi non volesse vedere, la drammaticità della situazione e l’urgenza di intervenire pensando al futuro.
La transizione ecologica comporta scelte di fondo e il cambiamento di comportamenti e abitudini.
Serve andare verso il superamento delle energie fossili per privilegiare quelle pulite e rinnovabili; non è un capriccio ma una necessità se vogliamo fermare i cambiamenti climatici.
In questa Legislatura abbiamo inserito nella nostra Costituzione la difesa dell’ambiente: è stato un fatto importante che oggi deve tradursi in comportamenti conseguenti su tanti aspetti, dalla mobilità sostenibile - e quindi il trasporto pubblico - al riciclo dei rifiuti, fino allo sviluppo di tutte le tecnologie green.
L’attenzione all’ambiente deve attraversare tutte le politiche pubbliche così come l’attenzione ad allargare i diritti sociali e civili e a ridurre le diseguaglianze.
Il diritto alla salute insieme a quello alla casa devono essere garantiti a tutti, universalmente.
Ma in una società aperta come la nostra serve allargare gli spazi di libertà e i diritti civili, serve riconoscere e tutelare le scelte delle persone, impedendo ogni discriminazione e riconoscere la libertà di scelta degli individui anche nei momenti più difficile della vita.
Stiamo vivendo un tempo di crisi e di difficoltà in cui la credibilità della politica è sempre più in discussione, ma sono convinto si possa ripartire da qui: lavoro, ambiente e diritti.