Sul Governo serve chiarezza: noi diciamo sì
Intervento in Aula al Senato durante la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Draghi (video).
Il presidente Draghi ha fatto bene, credo, anche alla luce della discussione che ne è seguita, a ricordare le ragioni del suo Governo; le ragioni per cui, in una situazione difficile per il Paese e di fronte alla necessità di farlo ripartire, forze politiche molto diverse tra loro hanno scelto di accogliere l'invito al Presidente della Repubblica e di farlo nell'interesse del Paese, solo del Paese, e non per ragioni di parte.
Quelle ragioni non sono finite - questo noi pensiamo - anzi, se ne sono aggiunte altre, come lei ha ricordato.
Non solo è sempre più chiaro che non ci sono solo problemi da affrontare, ma anche opportunità da cogliere per il futuro. Ha fatto bene, presidente Draghi, anche in questo caso alla luce la discussione di oggi, a rivendicare i risultati di questi mesi di Governo. Ha fatto bene a ricordare che siamo stati i primi a ripartire; ha fatto bene a ricordare i dati sul PIL e sul debito pubblico; ha fatto bene a ricordare i 33 miliardi messi in campo per aiutare famiglie e imprese.
Ha fatto bene a ricordare i 33 miliardi messi in campo per aiutare famiglie e imprese, non solo perché è giusto contrastare una narrazione che nega i risultati ottenuti, ma soprattutto perché di quei risultati dovremmo essere tutti orgogliosi di averli condivisi. Sono merito di tutta la maggioranza, rivendichiamoli. Le riforme fatte sono importanti: quella fiscale, quella sulle semplificazioni, gli appalti, la giustizia; altro che riforme contestate dall'Europa. Le riforme sulla giustizia rispondono a un bisogno di questo Paese di fare processi più rapidi e di dare più certezza ai cittadini. Abbiamo fatto cose importanti per il futuro.
Signor Presidente del Consiglio, ho apprezzato davvero molto la scelta di citare tra gli obiettivi dell'agenda la lotta alla mafia, perché credo che sia importante in questo contesto ricordare che permane un serio rischio per la nostra economia e per la nostra democrazia.
Il Presidente del Consiglio ci ha proposto un nuovo patto, che tiene anche conto del fatto che il quadro è cambiato: la guerra, l'inflazione e la crisi energetica ci dicono che serve più responsabilità, più coerenza con le ragioni che ci hanno portato a sostenere questo Governo, sapendo che molte delle cose che dobbiamo fare per il Paese, ma soprattutto per le persone, vanno fatte ora. L'agenda sociale che lei ha proposto per impedire che la nuova crisi colpisca le famiglie, le impoverisca e aumenti le diseguaglianze, non può aspettare. Dobbiamo proteggere le persone e dobbiamo farlo ora, non tra tre mesi; dobbiamo aiutare le imprese e dobbiamo farlo ora, non tra tre mesi. Serve chiarezza, serve tagliare le tasse sul lavoro per fare in modo che il potere d'acquisto dei nostri salari non continui a ridursi. Vanno chiusi i contratti, va introdotto il salario minimo.
Per fare queste cose serve un Governo autorevole e credibile per affrontare i passaggi che, come lei, signor Presidente del Consiglio, ci ha ricordato, abbiamo di fronte in Europa: dalla revisione delle regole fino al tetto del prezzo del gas.
Inoltre, signor Presidente del Consiglio, noi la sosterremo perché vogliamo completare il PNRR e sappiamo che le riforme necessarie sono ancora diverse: il disegno di legge sulla concorrenza e la riforma del processo tributario vanno fatti; o si fanno ora o si perderà il prossimo finanziamento di 19-20 miliardi.
Siamo d'accordo, signor Presidente del Consiglio, con il patto che lei oggi ci ha proposto per fare queste cose e siamo più convinti di prima di darle la fiducia.
Di fronte alla sua proposta, quindi, noi rispondiamo così, con chiarezza, e vorrei dire con chiarezza che tutti dovrebbero fare lo stesso: dire con chiarezza se si condivide o meno questa proposta.
Tutti dobbiamo avere la responsabilità di dire sì o no, con chiarezza e di fronte al Paese.
Non è serio inventare altre strade, o porre condizioni; serve dire sì o no al patto che ci è stato proposto.
Dobbiamo subito fare ciò che serve per il Paese.
Collega La Russa, il film dell'orrore per noi non sarebbe il voto, che è sempre una festa della democrazia, come ci hanno insegnato i tanti che si sono battuti per essa; il film dell'orrore è una politica che ancora una volta, in nome di incomprensibili interessi di parte, perde l'occasione di dare protezione e aiuto agli italiani, di fare ciò che deve fare, di aiutare gli italiani a uscire dalle difficoltà. Noi ci siamo, noi diciamo sì.