Non servono le chiacchiere: bisogna intervenire per fermare lo spaccio a Rogoredo
A Milano, c’è una grande area che si chiama “Porto di Mare”, si tratta di 34 ettari abbandonati da molti anni che il Comune di Milano insieme a Italia Nostra, in questi ultimi anni, ha provveduto a risanare e risistemare, realizzando un parco.
Restano 2 ettari da sistemare, il tristemente noto alle cronache “boschetto di Rogoredo”. Una realtà che nasconde due piazze di spaccio di riferimento per tutta la Regione Lombardia. Uno spettacolo inaccettabile in qualunque luogo, non solo di una città.
Per consentire il risanamento di quest’ultima parte, gli ultimi 2 ettari di terreno, e mettere a disposizione dei cittadini anche l’intero parco di Rogoredo, abbiamo chiesto al Ministro degli Interni di mettere a disposizione le forze dell’ordine necessarie per consentire il risanamento di quel territorio. Lo hanno chiesto anche il Sindaco di Milano, gli assessori e le forze politiche. Si chiede quindi di distruggere il “boschetto di Rogoredo”, risanarlo e che ci sia la possibilità di espellere lo spaccio da quella zona.
Allo stesso tempo, il Ministro degli Interni, rispondendo ad un’interrogazione alla Camera dei Deputati, si era impegnato a garantire un presidio della polizia ferroviaria per garantire la sicurezza nella stazione di Rogoredo, interessata dai traffici dello spaccio.
Ho presentato un’interrogazione in Senato a cui non ho avuto risposta dal Ministro degli Interni e insisto per averla perché, al di là delle chiacchiere e dei proclami, un Ministro degli Interni deve occuparsi anche di come garantire la sicurezza ai cittadini concretamente. In questo caso, si tratta di garantire la sicurezza del quartiere di Rogoredo, restituendo loro la tranquillità e la possibilità di vivere e garantendo anche la possibilità di realizzare un nuovo spazio verde liberato definitivamente dagli spacciatori.
Sono, quindi, intervenuto in Aula al Senato (video) per chiedere alla Presidenza di sollecitare una risposta alla mia interrogazione e, possibilmente, un intervento del Ministro degli Interni per affiancare chi oggi sta lavorando al risanamento di quell’area, sapendo che con lo spaccio così presente, difficilmente, potranno farlo da soli, senza un presidio fisso delle forze dell’ordine.