Ripristinare e rendere definitive le misure per i colloqui telefonici per i detenuti adottate in pandemia

Ho presentato un'interrogazione, insieme ai colleghi del PD, per chiedere al Ministro della Giustizia il ripristino delle disposizioni in materia di colloqui telefonici dei detenuti adottate nel corso della crisi pandemica, anche valutando una loro messa a regime, alla luce delle positive ricadute che esse hanno avuto nel corso degli ultimi due anni.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-00323 - Pubblicato il 4 aprile 2023, nella seduta n. 53

BAZOLI, MIRABELLI, ROSSOMANDO, VERINI, LORENZIN, IRTO, BASSO, D'ELIA, ZAMPA, ALFIERI, BORGHI Enrico, CAMUSSO, CRISANTI, FURLAN, GIORGIS, LOSACCO, MANCA, MARTELLA, NICITA, RANDO, ROJC, SENSI, VALENTE, VERDUCCI, ZAMBITO

Al Ministro della giustizia. 
Premesso che:

la crisi epidemiologica da COVID-19 e la conseguente necessità di incentivare le forme di comunicazione a distanza rispetto ai colloqui in presenza nonché la necessità di consentire più frequenti contatti tra le persone detenute e l’ambiente esterno hanno portato all’introduzione di significative novità normative con riferimento ai colloqui e alle telefonate tra detenuti e familiari;

in particolare, l’articolo 221, comma 10, del decreto-legge 10 maggio 2020, n. 34, ha previsto una disciplina particolare dei colloqui “a distanza” tra le persone detenute e l’esterno. Nel dettaglio, è stato stabilito che, su richiesta dell’interessato o quando la misura risulti indispensabile per la salvaguardia della salute, i colloqui con i congiunti o con altre persone cui hanno diritto i condannati, gli internati e gli imputati possano essere svolti a distanza mediante, ove possibile, le apparecchiature e i collegamenti di cui dispone l’amministrazione penitenziaria o mediante corrispondenza telefonica, la quale, negli stessi casi, può essere autorizzata oltre i limiti stabiliti dall’articolo 39, comma 2, del regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230;

la misura è stata nel corso degli anni successivi ripetutamente prorogata visto il permanere dello stato di crisi, creando una costanza di rapporti e contatti con i familiari inedita e dagli indubbi effetti benefici per i detenuti;

i colloqui e le telefonate svolgono, infatti, generalmente una funzione fondamentale sul piano trattamentale, vista la conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell’esecuzione penale, uno strumento indispensabile dunque per garantire il benessere psicologico delle persone detenute e internate, al fine di attenuare quel senso di lontananza dalla famiglia e dal mondo delle relazioni affettive che è alla base delle manifestazioni di disagio psichico che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici;

tuttavia, nonostante il positivo riscontro della misura adottata, il decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, all’articolo 16, ha disposto la cessazione della previsione alla data del 31 dicembre 2022 e nelle carceri italiane i colloqui telefonici sono tornati alla precedente disciplina;

considerato che:

a seguito della cessazione della previsione, nelle carceri italiane si è tornati ai tempi antecedenti alla crisi pandemica, soprattutto per quanto riguarda i colloqui telefonici. I detenuti potranno infatti chiamare i familiari per soli 10 minuti e una sola volta a settimana e non godranno più, quindi, della possibilità di effettuare chiamate giornaliere con i propri familiari;

nella circolare inviata dal DAP inviata, in data 26 settembre 2022, ai direttori degli istituti penitenziari si legge che le diverse disposizioni di legge già vigenti “attribuiscono alle Direzioni di istituto, nei casi in cui viene in rilievo la loro competenza, un’ampia discrezionalità nell’autorizzare le indicate forme di comunicazione tra le persone detenute o internate e i loro riferimenti socio-familiari. Sarà Loro compito esercitare tale discrezionalità nel contesto dell’assoluta necessità che dette autorizzazioni vengano accordate in maniera consapevolmente ampia (ovvero oltre i limiti ordinari stabiliti dai citati articoli 37 e 39, regolamento di esecuzione), in specie in presenza, oltre che delle situazioni già tipizzate dalle norme richiamate, di difficoltà per i visitatori a raggiungere gli istituti in ragione delle distanze dal luogo di residenza o di concorrenti impegni lavorativi o familiari”;

in altri Paesi europei la disciplina delle comunicazioni tra detenuti e familiari è improntata ad una maggiore elasticità, consentendo un maggior numero di colloqui telefonici nel corso della settimana e spesso anche telefonate giornaliere quale misura strutturale;

la cessazione di una previsione dall’indubbio impatto positivo nel trattamento penale dei detenuti appare ingiustificata e finanche punitiva;

con un emendamento del relatore, sen. Mirabelli, è stato inserito nel decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28, il nuovo articolo 2-quinquies che stabilisce, ad eccezione dei detenuti sottoposti al regime previsto dall’articolo 41-bis di cui alla legge 26 luglio 1975, n. 354, recante norme in materia di ordinamento penitenziario, la possibilità di concedere stabilmente l’autorizzazione per i colloqui telefonici oltre i limiti stabiliti dal comma 2 dell’articolo 39, in considerazione di motivi di urgenza o di particolare rilevanza, nonché in caso di trasferimento del detenuto e, soprattutto, che essa possa essere disposta, addirittura una volta al giorno, ove la corrispondenza telefonica si svolga con figli minori o figli maggiorenni portatori di una disabilità grave oppure con il coniuge, con l’altra parte dell’unione civile, con persona stabilmente convivente o legata all’internato da relazione stabilmente affettiva, con il padre, la madre, il fratello o la sorella del condannato qualora essi siano ricoverati presso strutture ospedaliere,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno consentire attraverso proprie iniziative il ripristino delle disposizioni in materia di colloqui telefonici dei detenuti adottate nel corso della crisi pandemica, anche valutando una loro messa a regime, alla luce delle positive ricadute che esse hanno avuto nel corso degli ultimi due anni.

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L'interrogazione è stata svolta nella seduta del Senato il 18 maggio 2023.

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