Perché il Governo non ha sciolto il gruppo di estrema destra Do.Ra?

Adesione ad un'interrogazione sugli esponenti del gruppo di estrema destra “Do.Ra” che hanno interrotto le celebrazioni del 25 aprile nel Comune di Azzate, in provincia di Varese.

Testo dell'interrogazione:

Atto n. 3-00391 con carattere d'urgenza - Pubblicato il 2 maggio 2023, nella seduta n. 63

ALFIERI, BOCCIA, GIORGIS, PARRINI, VALENTE, BASSO, BAZOLI, CAMUSSO, COTTARELLI, D'ELIA, FINA, FURLAN, GIACOBBE, IRTO, LA MARCA, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MIRABELLI, NICITA, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, VERDUCCI, VERINI, ZAMBITO, ZAMPA 


Al Ministro dell'interno. 
Premesso che:
lo scorso 25 aprile, in occasione della festa della Liberazione, esponenti del gruppo di estrema destra “Do.Ra”, hanno interrotto le celebrazioni in corso presso il Comune di Azzate, in provincia di Varese, minacciando i partecipanti alle celebrazioni e ignorando gli inviti ad allontanarsi delle forze dell’ordine;
il predetto gruppo di estrema destra Do.Ra, Comunità militante dei Dodici raggi, è un’organizzazione che, come si legge sul relativo sito web, si dichiara “ancorato al fascismo e al nazionalsocialismo” ed ha aperto una sede nel comune di Azzate il 28 ottobre 2022, dopo la chiusura della sede di Caidate di Sumirago, sempre nella provincia di Varese, nel 2017, a seguito di un'inchiesta della Procura di Busto Arsizio;
gli esponenti fascisti di Do.Ra non sono nuovi a manifestazioni provocatorie e violente, basti pensare alle aggressioni ai danni del vice questore di Varese risalenti al 4 novembre 2019, mentre il Consiglio comunale era riunito in occasione del voto sul conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre o ancora alle sistematiche violenze, intimidazioni, e minacce, rivolte al giornalista del quotidiano “la Repubblica”, Paolo Berizzi. A tali gravissimi fatti si aggiungano, inoltre, i continui comunicati stampa intrisi di violenza e, non da ultimo, le rune in onore dei caduti delle SS impiantate nei pressi del sacrario partigiano sul monte San Martino, simbolo della Resistenza nel Varesotto;
occorre evidenziare come il primo firmatario del presente atto, con l’interrogazione 3-00120, avesse già richiesto al Ministro in indirizzo, a seguito dell’affissione di locandine di Capodanno ritraenti quattro membri delle SS naziste che brindano, l’adozione di iniziative urgenti al fine di porre immediatamente fine alle attività del predetto gruppo neofascista. Tuttavia ad oggi l’atto di sindacato ispettivo non ha avuto alcuna risposta;
considerato che:
la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del Partito Nazionale Fascista; in attuazione di tale disposizione la legge 20 giugno 1952, n. 645, meglio nota come “legge Scelba”, ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di apologia del fascismo e punisce con la reclusione da cinque a dodici anni e con la multa da euro 1.032 a euro 10.329 chiunque promuova, organizzi o diriga le associazioni, i movimenti o i gruppi con carattere fascista;
la predetta legge, modificata poi dalla legge 22 maggio 1975, n. 152, in particolare vieta il perseguire “finalità antidemocratiche proprie del partito fascista” secondo precise modalità fra loro alternative, quali: l’esaltazione, la minaccia o l’uso della violenza quale metodo di lotta politica; il propugnare la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione, il denigrare la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza; la propaganda razzista; l’esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del partito fascista e da ultimo manifestazioni esteriori di carattere fascista;
come di tutta evidenza le attività compiute dal gruppo di estrema destra Do.Ra rientrano pienamente nelle condotte vietate dalla “legge Scelba” che, inoltre, all’articolo 3 prevede espressamente come nei casi straordinari di necessità e urgenza il Governo adotti il provvedimento di scioglimento e di confisca dei beni delle organizzazioni neofasciste,
si chiede di sapere per quali motivi, alla luce dei fatti esposti in premessa, il Governo non abbia ancora provveduto allo scioglimento del gruppo di estrema destra Do.Ra nel rispetto delle disposizioni, di cui alla legge 20 giugno 1952, n. 645.

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