La riduzione di spesa nel settore dell'amministrazione penitenziaria

Adesione ad un'interrogazione sulla prospettiva di una riduzione di spesa nel settore dell'amministrazione penitenziaria a fronte delle attuali problematiche.

Testo dell'Interrogazione:

Atto n. 3-00074 - Pubblicato il 30 novembre 2022, nella seduta n. 13 - Risposta del Ministro nel Question Time del 1 dicembre 2022.

GIORGIS, MALPEZZI, BAZOLI, MIRABELLI, ROSSOMANDO, VERINI

Al Ministro della giustizia
Premesso che:

nella casa circondariale di Torino "Lorusso-Cutugno" sono avvenuti diversi suicidi tra i detenuti;

lo scorso 10 novembre 2022, Antonio R., di 56 anni, recluso dal 20 di agosto e in attesa di giudizio, si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo;

il 28 ottobre, con modalità analoghe, si è tolto la vita Tecca G., di 26 anni, anch'egli in attesa di giudizio, arrestato per il furto di un paio di auricolari il giorno precedente;

il 15 agosto, utilizzando un sacchetto di nylon e il cordino dei calzoncini, si è tolto la vita Alessandro G., di 24 anni, entrato in carcere il 2 agosto e anch'egli in attesa di giudizio;

il 24 luglio si è tolto la vita impiccandosi nella propria cella, Mohammad Z. K., di 38 anni, entrato in carcere il 21 gennaio e in attesa di giudizio;

in neanche un anno, dunque, vi sono stati quattro suicidi. Sono quattro casi diversi, quattro storie diverse che testimoniano una situazione drammatica e inaccettabile. Questi suicidi rappresentano una sconfitta per le istituzioni e l'intera società: perché il carcere, come prescrive l'articolo 27 della Costituzione, deve essere l'extrema ratio, e in ogni caso luogo di ricostruzione di opportunità, mai di morte;

ai suicidi, come riportato da diversi organi di stampa, sono poi da aggiungere decine di tentati suicidi, l'ultimo dei quali lo scorso 12 novembre, sventato anche grazie al pronto intervento degli agenti della Polizia penitenziaria;

negli altri istituti penitenziari del territorio nazionale la situazione purtroppo non è meno preoccupante: i morti per suicidio da inizio anno sono oramai 80, la cifra più alta mai registrata;

considerato che:

l'Italia figura da sempre, tra i Paesi con gli istituti penitenziari più affollati dell'Unione europea;

il sistema carcerario italiano, infatti, è ancora caratterizzato da una pesante situazione di sovraffollamento: secondo l'ultima relazione presentata al Parlamento dall'ex Ministra della giustizia Cartabia, su 50.832 posti regolamentari, di cui 47.418 effettivi, i detenuti sono 54.329, con una percentuale di sovraffollamento del 114 per cento; si tratta di un fenomeno strutturale, stigmatizzato da anni dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che richiederebbe un serio impegno di spesa a sostegno di risposte altrettanto strutturali; al contrario i primi atti del Governo, ivi compreso il disegno di legge di bilancio, vanno in direzione esattamente opposta;

il disegno di legge di bilancio approvato dall'attuale Governo prevede all'articolo 153 una serie di tagli significativi in diversi settori, in particolare in quello della giustizia. Il taglio più preoccupante riguarda il carcere. Il testo, infatti, all'articolo 153 prevede che "a decorrere dall'anno 2023, il Ministero della giustizia, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, assicura, mediante la riorganizzazione e l'efficientamento dei servizi degli istituti penitenziari presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare con la ripianificazione dei posti di servizio e la razionalizzazione del personale, il conseguimento di risparmi di spesa non inferiori a 9.577.000 euro per l'anno 2023, 15.400.237 euro per l'anno 2024 e 10.968.518 euro annui a decorrere dall'anno 2025";

le significative riduzioni di spesa appaiono dunque suscettibili di incidere pesantemente sulla tenuta di un sistema già fragile, interrompendo il difficile percorso di risanamento avviato nella seconda fase della XVIII Legislatura. In particolare, rischiano di essere colpite le attività trattamentali delle persone detenute nell'ambito dei percorsi di reinserimento; e, allo stesso tempo, rischia di arrestarsi il percorso delle nuove assunzioni di personale, fondamentale per garantire la funzionalità degli istituti e, con essa, dignitose condizioni di vita delle persone private della libertà personale;

si aggiunga, inoltre, che le riduzioni di spesa operano nel quadro di una manovra di finanza pubblica che non prevede alcuna altra misura relativa alla situazione penitenziaria;

rilevato, inoltre, che:

sul tema si è impegnato fortemente anche il Ministro in indirizzo, che ha parlato di carcere come priorità del suo mandato, tanto da aver esordito con la visita negli istituti penitenziari di "Regina Coeli" e "Poggioreale";

secondo quanto riportato da un articolo pubblicato in data 30 novembre dal quotidiano "Il Foglio", il Ministro non sarebbe stato a conoscenza dei predetti tagli introdotti nella manovra di bilancio,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per porre rimedio a tale drammatica situazione e, in particolare, per: a) ridurre il sovraffollamento, che negli ultimi tempi ha ripreso a crescere e che, come noto, costituisce un serissimo ostacolo a un'esecuzione della pena conforme ai precetti costituzionali e capace di favorire il graduale reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, prevenendo in tal modo i rischi di recidiva. Ad oggi, nella casa circondariale Lorusso-Cutugno di Torino, sono recluse circa 1.400 persone a fronte di una capienza di poco inferiore ai 1.100 posti. A livello nazionale la proporzione non è molto dissimile: a fronte di una capienza effettiva inferiore ai 48.000 posti, sono presenti più di 56.400 detenuti. Per una parte non trascurabile costoro, circa 4.000, sono condannati per una pena inferiore ai due anni e circa 14.000 hanno una pena residua inferiore ai due anni; b) assicurare una piena ed effettiva tutela della salute dei detenuti a partire da quelli psicologicamente più fragili; c) accelerare e rafforzare l'assunzione di personale: amministrativo, della Polizia penitenziaria e del trattamento, anche per assicurare a tutti coloro che operano all'interno degli istituti penitenziari condizioni di lavoro conformi al difficile e delicato compito che sono chiamati a svolgere; d) accelerare e incrementare gli interventi di manutenzione e ristrutturazione degli edifici penitenziari; e) dare piena ed effettiva attuazione alla recente riforma legislativa contenuta nella legge 27 settembre 2021, n. 134, in materia di pene sostitutive delle pene detentive brevi;

quali siano le sue opinioni rispetto ai tagli attuati in sede di bilancio sulle spese carcerarie e quali iniziative intenda intraprendere al fine di impedire che le prefigurate riduzioni di spesa aggravino la già critica situazione del sistema penitenziario nel nostro Paese.

...

L'interrogazione riprende il testo di un'altra interrogazione analoga presentata in precedenza:

Atto n. 3-00046 con carattere d'urgenza - Pubblicato il 16 novembre 2022, nella seduta n. 8

GIORGIS, ROSSOMANDO, BAZOLI, MIRABELLI, VERINI, MISIANI, ASTORRE, CAMUSSO, FINA, FURLAN, LOSACCO, MARTELLA, RANDO, ROJC, VERDUCCI, ZAMBITO, ZAMPA

Al Ministro della giustizia. 
Premesso che:

nella casa circondariale di Torino “Lorusso-Cutugno”, lo scorso 10 novembre 2022, Antonio R., di 56 anni, recluso dal 20 agosto e in attesa di giudizio, si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo;

il 28 ottobre, con modalità analoghe, si è tolto la vita Tecca G., di 26 anni, anche lui in attesa di giudizio, arrestato per il furto di un paio di auricolari il giorno precedente;

il 15 agosto, utilizzando un sacchetto di nylon e il cordino dei calzoncini, si è tolto la vita Alessandro G., di 24 anni, entrato in carcere il 2 agosto e anche lui in attesa di giudizio;

il 24 luglio si è tolto la vita impiccandosi nella propria cella Mohammad Z.K., di 38 anni, entrato in carcere il 21 gennaio e in attesa di giudizio;

in neanche un anno, dunque, sono quattro i suicidi. Quattro casi diversi, quattro storie diverse che testimoniano una situazione drammatica e inaccettabile. I suicidi rappresentano una sconfitta per le istituzioni e l'intera società: perché il carcere, come prescrive l'articolo 27 della Costituzione, deve essere l’extrema ratio, e in ogni caso luogo di ricostruzione di opportunità, mai di morte;

ai suicidi, come riportato da diversi organi di stampa, sono poi da aggiungere decine di tentati suicidi, l’ultimo dei quali lo scorso 12 novembre, sventato anche grazie al pronto intervento degli agenti della Polizia penitenziaria;

negli altri istituti penitenziari del territorio nazionale la situazione purtroppo non è meno preoccupante: i morti per suicidio sono oramai 79 dall’inizio dell’anno,

si chiede di sapere:

quali iniziative necessarie e urgenti il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per porre rimedio a tale drammatica situazione e, in particolare, per ridurre il sovraffollamento, che negli ultimi tempi ha ripreso a crescere e che, come noto, costituisce un serissimo ostacolo a un’esecuzione della pena conforme ai precetti costituzionali e capace di favorire il graduale reinserimento del detenuto nel tessuto sociale, prevenendo in tal modo i rischi di recidiva. Ad oggi, nella casa circondariale Lorusso-Cutugno di Torino sono recluse circa 1.400 persone a fronte di una capienza di poco inferiore ai 1.100 posti. A livello nazionale la proporzione non è molto dissimile: a fronte di una capienza effettiva inferiore ai 48.000 posti, sono presenti più di 56.400 detenuti. In parte non trascurabile questi, circa 4.000, sono condannati per una pena inferiore ai due anni e circa 14.000 hanno una pena residua inferiore ai due anni;

quali iniziative intenda intraprendere per assicurare una piena ed effettiva tutela della salute dei detenuti a partire da quelli psicologicamente più fragili;

quali iniziative intenda attuare per accelerare e rafforzare l’assunzione di personale: amministrativo, della Polizia penitenziaria e del trattamento, anche per assicurare a tutti coloro che operano all’interno degli istituti penitenziari condizioni di lavoro conformi al difficile e delicato compito che sono chiamati a svolgere;

quali iniziative intenda attuare per accelerare e incrementare gli interventi di manutenzione e ristrutturazione degli edifici penitenziari;

quali iniziative intenda intraprendere per dare piena ed effettiva attuazione alla recente riforma legislativa contenuta nella legge 27 settembre 2021, n. 134, in materia di pene sostitutive delle pene detentive brevi.

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