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Il Governo recuperi i ritardi nel riconoscimento dei ristori del decreto Aiuti

Il Governo recuperi al più presto i ritardi nel riconoscimento dei ristori previsti dal decreto Aiuti che hanno ormai superato i dieci mesi. Come chiede anche Legacoop si deve scongiurare il rischio di ripercussioni negative sulla produzione e sui livelli occupazionali in un settore così delicato come l'edilizia. Il ministro delle Infrastrutture incontri le organizzazioni sindacali e di categoria del settore al fine di valutare l'attuale situazione e le prospettive del comparto.

Lo abbiamo chiesto in un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini.
Per sostenere le imprese colpite dalla pandemia e per far fronte alla crisi energetica a seguito del conflitto in Ucraina, il governo Draghi varò una serie di decreti legge che prevedevano prevalentemente contributi a fondo perduto alle numerose aziende colpite. Tra questi il Dl 50/2022 interveniva in aiuto alle imprese edilizie in difficoltà con rapporti con la pubblica Amministrazione.
Raccogliendo un appello di Legacoop, segnaliamo a Salvini che i ritardi nel riconoscimento dei ristori previsti dal decreto hanno ormai superato i dieci mesi perché la maggioranza degli enti che appaltano i lavori non ha ancora ricevuto dallo Stato centrale le risorse necessarie ad erogare i ristori. Il mancato incasso degli importi dovuti metterebbe a repentaglio la prosecuzione delle gare in corso e la stessa continuità delle ditte esecutrici.

Testo dell'interrogazione: 

Atto n. 4-00399 - Pubblicato il 26 aprile 2023, nella seduta n. 60

Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e delle imprese e del made in Italy. 

Premesso che:

per dare sostegno alle imprese duramente colpite dalla pandemia, e per far fronte alla crisi energetica a seguito del conflitto in Ucraina, il Governo guidato da Mario Draghi varò una serie di decreti-legge che prevedevano prevalentemente contributi a fondo perduto in favore delle numerose aziende colpite;

tra questi, il decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, interveniva, in particolar modo, per sostenere le imprese edilizie in difficoltà a seguito del consistente aumento indiscriminato dei prezzi di materiale di costruzione, dei carburanti e di prodotti energetici e pertanto non più in grado di mantenere fede agli impegni contrattuali assunti con la pubblica amministrazione;

di fronte all'obbligo di dare seguito ai contratti nelle modalità e con i prezzi antecedenti alla guerra, infatti, le imprese si sono trovate con costi completamente fuori controllo e con pesanti squilibri nei conti;

le cooperative associate a Legacoop si sono rivolte al Governo in carica chiedendo un intervento urgente per quanto riguarda l’intero comparto, affermando che: “i ritardi nel riconoscimento dei ristori previsti dal decreto hanno ormai superato i dieci mesi perché la maggioranza degli enti che appaltano i lavori non ha ancora ricevuto dallo Stato centrale le risorse necessarie ad erogare i ristori. La situazione è a macchia di leopardo, ma riguarda tutte le zone del Paese, tanto al Nord, quanto al Centro e nel Sud Italia";

il mancato incasso degli importi dovuti in tempi rapidi, infatti, metterebbe a repentaglio non solo la prosecuzione delle gare attualmente in corso, ma la stessa continuità delle ditte esecutrici,

si chiede di sapere:

quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano assumere per dare una rapida risposta alle motivate richieste della Legacoop e dell’intero comparto, per ottemperare agli obblighi previsti dal decreto-legge n. 50 del 2022 e per scongiurare il rischio di ripercussioni negative sulla produzione e sui livelli occupazionali in un settore così delicato come quello dell’edilizia;

se non ritengano opportuno incontrare, in tempi rapidi, le organizzazioni sindacali e di categoria del settore, al fine di valutare l’attuale situazione e le prospettive dell’intero comparto.

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L'interrogazione è stata trasformata in:

Atto n. 3-00561 (già n. 4-00399) - Pubblicato l'11 luglio 2023, nella seduta n. 85

ROJC, CAMUSSO, MIRABELLI, ROSSOMANDO, FRANCESCHELLI, GIACOBBE, FURLAN, BASSO, D'ELIA, RANDO, ALFIERI

Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e delle imprese e del made in Italy. 
Premesso che:
per dare sostegno alle imprese duramente colpite dalla pandemia, e per far fronte alla crisi energetica a seguito del conflitto in Ucraina, il Governo guidato da Mario Draghi varò una serie di decreti-legge che prevedevano prevalentemente contributi a fondo perduto in favore delle numerose aziende colpite;
tra questi, il decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, interveniva, in particolar modo, per sostenere le imprese edilizie in difficoltà a seguito del consistente aumento indiscriminato dei prezzi di materiale di costruzione, dei carburanti e di prodotti energetici e pertanto non più in grado di mantenere fede agli impegni contrattuali assunti con la pubblica amministrazione;
di fronte all'obbligo di dare seguito ai contratti nelle modalità e con i prezzi antecedenti alla guerra, infatti, le imprese si sono trovate con costi completamente fuori controllo e con pesanti squilibri nei conti;
le cooperative associate a Legacoop si sono rivolte al Governo in carica chiedendo un intervento urgente per quanto riguarda l’intero comparto, affermando che: “i ritardi nel riconoscimento dei ristori previsti dal decreto hanno ormai superato i dieci mesi perché la maggioranza degli enti che appaltano i lavori non ha ancora ricevuto dallo Stato centrale le risorse necessarie ad erogare i ristori. La situazione è a macchia di leopardo, ma riguarda tutte le zone del Paese, tanto al Nord, quanto al Centro e nel Sud Italia";
il mancato incasso degli importi dovuti in tempi rapidi, infatti, metterebbe a repentaglio non solo la prosecuzione delle gare attualmente in corso, ma la stessa continuità delle ditte esecutrici,
si chiede di sapere:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano assumere per dare una rapida risposta alle motivate richieste della Legacoop e dell’intero comparto, per ottemperare agli obblighi previsti dal decreto-legge n. 50 del 2022 e per scongiurare il rischio di ripercussioni negative sulla produzione e sui livelli occupazionali in un settore così delicato come quello dell’edilizia;
se non ritengano opportuno incontrare, in tempi rapidi, le organizzazioni sindacali e di categoria del settore, al fine di valutare l’attuale situazione e le prospettive dell’intero comparto.

All'interrogazione è stato risposto in Aula in Senato il 14 settembre 2023.

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