Il Governo e le riforme

Interventi a RaiNews24.

È chiaro che è un Governo tra diversi ed è un Governo anche tra avversari, che si è costruito per affrontare questa fase e per dare risposte ai problemi del Paese.
È bene che oggi si sia votato all’unanimità il piano delle riaperture.
Credo che il tema delle riforme sia scontato, nel senso che abbiamo fatto questo Governo per fare sostanzialmente due cose: affrontare la pandemia, completare le vaccinazioni e favorire la ripartenza garantendo il PNRR con il Recovery Plan.

È evidente che in quel piano ci sono oltre 200 miliardi da spendere ma che verranno dati all’Italia solo se sapremo rispettare gli impegni che abbiamo preso e che sono nell’interesse del nostro Paese, cioè fare la riforma della Giustizia civile, perché i processi sono troppo lunghi e nessuno viene ad investire in un Paese in cui i contenziosi sono così lunghi; riformare la Giustizia penale, perché anche su questo ci sono processi troppo lunghi e garanzie insoddisfacenti sia per gli imputati che per le vittime; fare la riforma fiscale, combattere l’evasione fiscale e il lavoro nero.
Mi pare che queste, insieme alla riforma della Pubblica Amministrazione, siano le cose fondamentali che ci siamo tutti impegnati a fare quando abbiamo deciso di fare insieme questo Governo.
Una scelta diversa oggi metterebbe in discussione un patto che abbiamo fatto quando il Presidente della Repubblica ha chiesto a noi, alla Lega e a tutte le forze politiche di dar vita a questo Governo.

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Io non credo molto in questo conflitto tra rigoristi e non. Penso che siamo tutti contenti e tutti abbiamo lavorato per riaprire e riaprire al più presto possibile.
Noi siamo sempre stati convinti che fosse necessario aprire gradualmente e con prudenza e se oggi ci sono i dati che stiamo guardando e che ci consentono di aprire presto e aprire contando su un’estate in cui ci saranno pochissime restrizioni è perché si è fatta quella scelta di aprire gradualmente e non cedere alla tentazione di aprire tutto e subito, che avrebbe rischiato di far riprecipitare la situazione e aumentare di nuovo i contagi.

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