Una legge per regolamentare il settore dei giochi
Intervento alla Conferenza stampa in Senato di presentazione del Disegno di Legge sul riordino del settore dei giochi (video).
Abbiamo convocato una conferenza stampa per illustrare il Disegno di Legge A.S. 560 "Disposizioni in materia di riordino dei giochi" che abbiamo presentato in Senato a firma mia e di altri colleghi senatori del PD.
Si tratta di un progetto di legge di riordino complessivo del settore dei giochi in Italia.
Abbiamo scelto di presentarlo ora che alla Camera dei Deputati è in discussione il Decreto Dignità che si occupa anche del gioco, molto parzialmente, per dare il senso della necessità di un intervento serio sul settore che non si può continuare ad aggiornare sulla base di interventi spot e parziali, soprattutto per quanto riguarda il gioco con premi in denaro, come è stato anche nella precedente legislatura.
Siamo convinti che serva un riordino complessivo del settore, nell’interesse di tutti i cittadini ma anche della filiera industriale che guarda al gioco, al fine di dare a tutti certezze.
È evidente che per noi l’obiettivo è quello di ridurre la domanda e l’offerta di gioco nel nostro Paese e questo vuol dire sicuramente intervenire sulla pubblicità ma anche sulle regole, garantendo una qualità diversa dell’offerta di gioco e poi significa intervenire per ridurre i volumi e i punti vendita del gioco.
Queste, infatti, sono le condizioni reali per ridurre domanda e offerta di gioco.
Nella scorsa Legislatura è stato fatto un lavoro importante ma parziale. In particolare, con la Legge di Bilancio del 2015 è stato fatto un passo avanti importante: era stata messa una regolamentazione stringente rispetto alla pubblicità nelle televisioni generaliste, fino ad arrivare alla proibizione sulle reti RAI; era stata fatta la scelta di ridurre del 30% la presenza delle AWP all’interno di locali non dedicati al gioco e migliorato l’offerta prevedendo di trasformare le AWP in AWP con accesso remoto per poterle controllare.
Dopo quel provvedimento abbiamo lavorato per provare comunque a costruire una legge di riordino del settore, necessaria anche per i conflitti che spesso ci sono stati tra concessionari ed Enti Locali ed è stato prodotto un lavoro importante con l’accordo raggiunto in Conferenza Unificata Stato-Regioni. Il documento conclusivo prodotto da quell’accordo, costruito con l’apporto di tanti soggetti (le Regioni, gli Enti Locali, gli operatori ma anche associazioni e soggetti legati alla campagna Mettiamoci in Gioco), sta alla base del disegno di legge che ho presentato.
Questo disegno di legge, infatti, cerca di raccogliere quell’eredità e di tradurre quell’accordo fissandone gli obiettivi, che sono la tutela della salute, il contrasto all’illegalità e al riciclaggio, un maggiore livello qualitativo dei punti gioco e dell’offerta di gioco.
Voglio sottolineare alcuni punti per me rilevanti e anche innovativi che sono contenuti nel disegno di legge.
Innanzitutto, proprio sul tema del rapporto tra Stato-Regioni e Enti Locali, facciamo la scelta di confermare la riserva statale nella gestione del gioco pubblico con premi in denaro - che è stato un tema molto discusso - prevedendo, però, che il quadro normativo venga adottato sentendo le Regioni e gli Enti Locali, mantenendo ferme le rispettive attribuzioni in materia legislativa e regolamentare ma scegliendo comunque la strada di operare in base a principi di reale collaborazione mediante intese e accordi preventivi.
In particolare, nell’articolo 13 c’è una riflessione e una normativa importante sul tema della distribuzione delle sale gioco e dei diversi punti gioco. Su questo, l’idea è quella di costruire un’intesa con le Regioni che, tenuto conto anche degli indicatori della criminalità e delle emergenze sociali che ci sono sui diversi territori, stabiliscano le quote e le dimensioni della presenza di punti gioco sul territorio e poi siano le Regioni e gli Enti Locali, con i loro strumenti urbanistici, a fare le scelte. Questa, tuttavia, devono consentire un’equilibrata distribuzione, rispettando le quote ma evitando concentrazioni; lasciando una disponibilità in accordo con i Monopoli di intervenire sulle fasce orarie garantendo un minimo di sei ore di funzionamento.
Il secondo elemento riguarda la diminuzione dei punti gioco.
Recuperiamo la proposta che era contenuta nell’intesa Stato-Regioni di un drastico ridimensionamento quantitativo dei punti gioco, prevedendo dal 1 gennaio del 2020 una riduzione da 98.000 a 55.000 punti gioco, da intendersi sia come sale gioco che come presenza di AWPR e VLT, perché crediamo che sia giusto diminuirne la presenza territoriale, stabilendo in maniera più cogente le norme relative alle regole da rispettare per locali e sale gioco.
Un terzo punto riguarda la qualità dell’offerta.
Abbiamo lavorato anche con chi fa una priorità della lotta alle patologie derivanti dal gioco.
Nell’articolo 18 del disegno di legge stabiliamo il principio dell’accesso selettivo e l’identificazione di chi gioca (soprattutto chi gioca con VLT e AWP), quindi, attraverso l’utilizzo della tessera sanitaria e della carta di identità.
C’è anche l’ipotesi di un codice personale che può essere fornito dal gestore a fronte della presentazione di un documento, nelle sale giochi.
Si vuole stabilire che vi sia la videosorveglianza dentro e fuori dalle sale gioco, la completa tracciabilità di tutto il denaro che entra ed esce anche in forma di vincite e poi la formazione degli addetti, che molti gestori e concessionari hanno già da tempo considerato una priorità e si sono mossi in tale senso.
Con l’articolo 31 del disegno di legge, poi, affrontiamo il tema della qualità necessaria per avere l’abilitazione nei punti gioco.
Alla base vi è l’idea di stabilire che servano interventi tecnologici di prevenzione per contrastare la criminalità organizzata e l’azzardo patologico (con strumenti di autolimitazione del tempo e della spesa, con messaggi automatici che evidenzino la durata, l’abbassamento degli importi minimi).
Su quest’ultimo aspetto, in particolare, nell’articolo 74 del disegno di legge, in cui si parla degli apparecchi, viene stabilito anche il divieto dell’utilizzo di banconote superiori ai 20 euro, bancomat o altri strumenti di pagamento per valori superiori ai 20 euro.
Un quarto punto che voglio affrontare riguarda la legalità e, in particolare, l’antiriciclaggio, quindi, prevedendo la tracciabilità dei flussi su tutta la filiera, compresi i pagamenti di vincite e i rimborsi.
Ci siamo spesso trovati a scontrarci con vicende legate alla criminalità organizzata in cui i gestori hanno avuto responsabilità penali anche molto grandi ma ai concessionari non era mai stata attribuita alcuna responsabilità e nel disegno di legge si chiarisce che anche i concessionari devono rispondere di tutte le violazioni convenzionali e delle obbligazioni di gioco, comprese quelle commesse dai soggetti operanti nella propria filiera.
La novità più rilevante su questo tema è il coinvolgimento della polizia locale dentro a tutta la materia del contrasto all’illegalità. Si prevede, infatti, la possibilità per la polizia locale di comminare sanzioni e destinare il 50% della sanzione ai Comuni.
Queste sono le novità più rilevanti che vogliamo introdurre che il disegno di legge che ho presentato e che si compone di 103 articoli.
Aggiungo che siamo d’accordo con l’abolizione della pubblicità del gioco, come indica il Decreto Dignità, anche perché ce n’è stato un evidente abuso, soprattutto in rapporto agli avvenimenti sportivi, ma vorremmo però che non si trattasse di fare una norma-manifesto: servono norme in grado di rispondere concretamente alla funzione che viene loro attribuita.
Nello specifico, la sanzione che viene prevista nel Decreto Dignità appare più una tariffa pagabile che non una sanzione in grado impedire davvero la pubblicità.
Dire che chi fa pubblicità deve pagare una multa che ammonta al 5% della sponsorizzazione senza chiarire se la debbano pagare il concessionario e il proprietario del mezzo insieme o singolarmente, infatti, non sembra essere di alcuna efficacia e con gli emendamenti proposti dal PD cercheremo di chiarire meglio questo aspetto.
Se nel Decreto Dignità ci si voleva occupare di gioco si sarebbe potuto scriverlo meglio.
Oltretutto, c’è anche un tema che sta alla base del disegno di legge che ho presentato e su cui il Governo deve dire parole chiare.
Personalmente, credo che sia sbagliato fare norme come quelle contenute nel Decreto Dignità rispetto al divieto di pubblicità dei giochi o fare una campagna molto forte per la riduzione del gioco e delle ludopatie senza mettere in conto la necessità di ridurre parallelamente anche le entrate dello Stato derivanti dal gioco a fronte di una riduzione della domanda e dell’offerta.
A mio avviso, si deve ridurre tutto.
Nel Decreto Dignità, si dice di voler eliminare la pubblicità ma il costo di quella proibizione viene scaricato aumentando il PREU. Questo vuol dire che non si entra nella logica che bisogna diminuire anche le entrate derivanti dal gioco.
Testo del disegno di legge presentato»
Scheda del disegno di legge»
Alla conferenza stampa sono intervenuti il sen. Franco Mirabelli e l'on. Chiara Braga.
Video della conferenza stampa»
Video dell’intervento di Mirabelli»
Video dell’intervento di Braga»
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Relazione:
Il presente disegno di legge reca una serie di disposizioni volte al riordino della disciplina dei giochi pubblici. La proposta è finalizzata alla raccolta sistematica in un unico provvedimento delle disposizioni sui singoli giochi e ad un riordino del prelievo fiscale sui medesimi.
Le misure introdotte dal disegno di legge, molte delle quali frutto delle proposte avanzate in sede di Conferenza unificata, sono mirate: a tutelare i minori dalla pubblicità dei giochi; a recuperare i fenomeni di ludopatia e a contrastare il gioco d'azzardo patologico; a vietare la pubblicità nelle trasmissioni radiofoniche e televisive e, in particolare, in occasione della trasmissione di eventi sportivi in diretta; a diminuire progressivamente la domanda e l'offerta dei giochi; a normare in modo stringente le regole di esercizio dell'attività di offerta di giochi e di comportamento nei punti di gioco, in particolare introducendo l'obbligo di identificazione del giocatore al fine di evitare l'ingresso nei punti di gioco dei minori; a potenziare gli strumenti di contrasto all'illegalità e alla tracciabilità dei capitali; a definire le fonti di regolazione dei diversi aspetti legati all'imposizione e ad armonizzare aggi e compensi spettanti ai concessionari; a riordinare la disciplina dei controlli e dell'accertamento dei tributi gravanti sui giochi, nonché il sistema sanzionatorio.
L'organizzazione e l'esercizio di giochi pubblici è riservato allo Stato nell'ambito di un quadro normativo adottato sentite le regioni e gli enti locali.
Il modello organizzativo si fonda, pertanto, sul regime concessorio ed autorizzatorio, ritenuto indispensabile per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, per la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, nonché per garantire il regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi.
L'applicazione di regole trasparenti ed uniformi è garantita sull'intero territorio nazionale in materia di titoli abilitativi all'esercizio dell'offerta di gioco, di autorizzazioni e di controlli, con adeguate forme di partecipazione degli enti locali al procedimento di autorizzazione e pianificazione della dislocazione territoriale di sale da gioco e di punti vendita in cui si esercita come attività principale l'offerta di scommesse su eventi sportivi e non sportivi, nonché in materia di installazione degli apparecchi idonei per il gioco lecito.
Nel merito, il disegno di legge si suddivide in 6 titoli.
Il titolo I contiene le disposizioni generali del provvedimento. Esso si suddivide in 9 capi recanti: 1) l'oggetto, le finalità e i princìpi del provvedimento; 2) le definizioni; 3) le fonti della disciplina dei giochi; 4) la disciplina della rete dei giochi; 5) l'abilitazione all'offerta di giochi; 6) la disciplina delle concessioni delle reti di gioco; 7) la disciplina degli aggi e dei compensi; 8) le azioni di contrasto alla ludopatia e al gioco d'azzardo patologico; 9) la pubblicità.
Il titolo II disciplina le entrate da giochi, definendo le entrate tributarie e non tributarie connesse ai giochi e le misure relative all'accertamento e alla riscossione.
Il titolo III disciplina le sanzioni connesse ai giochi ed in particolare quelle penali, amministrative, tributarie e le disposizioni generali in materia di penali convenzionali.
Il titolo IV reca disposizioni sui controlli per il settore dei giochi ed in particolare i poteri e le attività affidate a tal fine all'Agenzia delle entrate e ad altri soggetti preposti al controllo.
Il titolo V reca la disciplina dei singoli giochi, ovvero dei giochi mediante apparecchi con e senza vincita di denaro, delle scommesse e dei giochi di ippica nazionale, del gioco del bingo, dei giochi numerici a quota fissa, dei giochi numerici a totalizzatore nazionale, dei concorsi pronostici, delle lotterie, delle lotterie ad estrazione differita, delle lotterie ad estrazione istantanea e del gioco a distanza.
Il titolo VI reca le disposizioni finali e le abrogazioni di norme previgenti in tema di giochi.
Disegno di Legge (file PDF)»