Dare criteri per definire gli ambiti di intervento della rigenerazione urbana
Intervento svolto in Commissione Ambiente del Senato durante l'audizione di Legambiente nell'ambito della Legge sulla Rigenerazione Urbana (video).
Ringrazio Legambiente per il contributo che ha portato alla discussione sulla legge per la rigenerazione urbana.
Stando allo schema che ha illustrato durante l’audizione, mi pare di capire che tra gli indirizzi che possiamo provare a dare - che lo Stato, il Governo e il Parlamento possono dare alle Regioni - ci sia quello di un ragionamento.
Ovviamente non può essere un indirizzo univoco ma mi pare che comunque possa essere fatto un ragionamento su qual è il patrimonio abitativo su cui si vuole intervenire con la rigenerazione urbana perché credo che avere chiaro e definire in maniera efficace questo tema aiuti a superare problemi interpretativi, aiuti a semplificare le procedure e semplificare la vita dei Comuni nel momento in cui devono costruire i piani di rigenerazione.
Vorrei capire, quindi, se da Legambiente c’è un ragionamento rispetto a questa questione degli indirizzi.
Si possono fare diverse cose.
Si può ragionare sulla rigenerazione urbana guardando ad alcune macroaree degradate e, quindi, decidere di intervenire lì. Questa è una possibile lettura. Un’altra lettura è quella di descrivere, censire il patrimonio degradato dal punto di vista ambientale e della sicurezza.
La terza ipotesi è più ampia, però, può aiutare a fissare un punto: fissiamo un’epoca storica di costruzione che diventa quella privilegiata per gli interventi di rigenerazione urbana.
Continuo a pensare che più siamo chiari in questa indicazione e più aiutiamo ad accelerare, una volta approvata la legge, la sua realizzazione e a costruire una coerenza a livello nazionale.
Questo, però, è un tema fondamentale.