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Quattro appuntamenti per non rimuovere la questione delle carceri

La gravità della condizione carceraria in Italia è grave è preoccupante.
I 60 suicidi di questi mesi sono l’aspetto più evidente e drammatico di una situazione di sovrappopolazione e di degrado che segna molti istituti di pena.
La pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione, riducendo ulteriormente gli spazi di formazione e di lavoro nelle carceri.

Eppure in campagna elettorale di questo non si discute nonostante ci siano enormi differenze tra chi, come noi, considera il carcere solo l’estrema ratio e vuole continuare il lavoro iniziato dalla ministra Cartabia per investire sulle pene alternative, la giustizia riparativa, l’aumento degli spazi di formazione e lavoro, la maggior possibilità di comunicazione con le famiglie e la necessaria assistenza sanitaria e psichiatrica; e la destra che, con Salvini e Meloni, pensa al carcere solo come un luogo di punizione e di espiazione - non di riabilitazione - o come luogo su cui scaricare problemi sociali e “devianze”, magari “buttando via le chiavi”.
Le scelte che si faranno nei prossimi anni sul carcere e il sistema delle pene faranno la differenza. Per questo dedicherò negli ultimi giorni di campagna elettorale un appuntamento al giorno su questo.
Domani, martedì, la mattina alle 11 sarò insieme a Beppe Sala a visitare la bella esperienza del teatro all’IPM Beccaria, mercoledì pomeriggio incontrerò il garante milanese per i diritti dei detenuti Francesco Maisto, giovedì mattina sarò a San Vittore e venerdì mattina concluderò questo viaggio incontrando i detenuti della redazione di Ristretti Orizzonti in collegamento con l’alta sicurezza del carcere di Parma per parlare di giustizia riparativa.

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