Preoccupa un Codice che consente di affidare oltre il 90% degli appalti senza bandi e gare

Un codice degli appalti che consente di affidare senza bandi e senza gare oltre il 90% degli appalti pubblici preoccupa e spaventa.
Si lascia una discrezionalità totale per gli appalti fino a 150.000 euro, circa il 60% secondo ANAC, che vengono assegnati direttamente senza alcun obbligo di comparazione dei preventivi o altro.
Non serve né il bando né la gara per gli affidamenti sotto i 5 milioni dove con la procedura negoziata l’unico obbligo è invitare tra le 5 e le 10 aziende.

A ciò si aggiunge la liberalizzazione dei subappalti, strumento che spesso, in passato, è stato usato dalla criminalità organizzata per lavorare.
Di fronte agli allarmi lanciati solo pochi giorni fa, riguardo i rischi di aggressione dei fondi PNRR da parte delle mafie, la risposta del Governo è davvero preoccupante.
Il tutto in nome di una generica “velocizzazione” delle opere che solo la qualificazione delle centrali appaltanti può garantire.

È inaccettabile l’attacco della Lega al Presidente dell’ANAC che ha espresso un’opinione dal suo importante osservatorio su una materia che rientra nelle sue competenze.
Tra l’altro Busia non fa altro che registrare un dato di fatto che non può essere nascosto.
Senza bandi e gare per il 90% degli appalti diminuirà la trasparenza e aumenteranno i rischi di infiltrazioni e la velocità ottenuta così penalizzerà la stessa qualità.
La strada giusta per fare in fretta e bene, tutelando gli amministratori, è quella della riduzione e qualificazione delle centrali appaltanti.

 



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