Mettere le persone al centro della politica e pensare al futuro
Articolo pubblicato su Huffington Post.
Mettere le persone al centro della politica non può e non deve essere uno slogan ma un principio che deve guidare le scelte e la definizione delle priorità.
Significa, prima di tutto, farsi carico delle difficoltà di chi di fronte ai problemi si sente solo e abbandonato; recuperare il senso di una politica che, se non fa questo, non serve e allontana da sé e dalla democrazia.
Scegliere, come il PD ha fatto in questi mesi, di mettere al centro il lavoro, la sanità e la casa ha questo significato; l’idea che è necessario occuparsi della vita concreta delle persone e, soprattutto, di quella di chi fa fatica a veder soddisfatti i propri bisogni e a veder riconosciuti i propri diritti.
Le battaglie per il salario minimo per contrastare il lavoro povero, contro la precarietà e gli stage gratuiti, insieme alla proposta di legge a prima firma della Segretaria per rifinanziare il sistema sanitario nazionale e sbloccare le assunzioni hanno questo significato e dimostrano concretamente un’idea di politica vicina ai bisogni e che sa coniugare diritti civili e diritti sociali.
Questi temi e queste proposte devono qualificare il PD e il centrosinistra rispetto a un Governo che preferisce difendere gli interessi forti e le corporazioni piuttosto che aiutare chi fa fatica, a cui semmai riesce a dedicare spazio solo nella propaganda.
Emblematica la vicenda del “piano casa” di Salvini che serve a condonare piccoli o grandi abusi - vedremo il testo - ma non investe nulla per rispondere a una domanda di alloggi a canoni accessibili che riguarda milioni di persone; si guarda agli interessi legittimi dei proprietari e non ai bisogni di chi fa fatica, di cui dovrebbe occuparsi prioritariamente.
Pensando alle prossime elezioni europee, ci si confronterà su questi temi nella dimensione dell’oggi ma, soprattutto, sul futuro, a cominciare da come si affronta il grande tema dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile di fronte ai mutamenti climatici.
La destra arriva a negare o sottovalutare il tema: pur di difendere l’esistente riesce ad alimentare la paura per ciò che è necessario fare per realizzare la transizione ecologica piuttosto che per gli effetti devastanti che i mutamenti climatici possono produrre per le generazioni a venire.
Il compito nostro è quello di far capire i vantaggi che oggi e domani una transizione ecologica intelligente può portare alla vita delle persone.
Le “case green”, per esempio, sono una straordinaria occasione per chi fa più fatica a riscaldarsi o a pagare le bollette.
Certamente, serve un Governo che crei le condizioni affinché l’efficientamento energetico non pesi sulle famiglie ma diventi un’opportunità.
Insomma, mettere le persone al centro e pensare al futuro sono i cardini di un’idea di politica e di un’idea di Europa che, per realizzarsi, ha bisogno di più Europa non meno, ha bisogno di istituzioni europee che funzionino, in cui il Parlamento abbia più spazio e in cui si eviti la paralisi data dall’obbligo dell’unanimità tra gli Stati e soprattutto ha bisogno cresca la consapevolezza che l’Europa è una opportunità, non un ostacolo, per migliorare la vita di tutti in un mondo e un tempo complicati in cui solo l’Unione Europea può dare protezione a chi più ne ha bisogno.