La sinistra rimetta al centro il tema del futuro e dello sviluppo sostenibile
Articolo pubblicato su Huffington Post.
Credo che la ragione fondamentale dell’attenzione che sta suscitando Greta Thunberg stia nella capacità che questa giovane ragazza ha di spostare l’attenzione di politica e informazione - spesso concentrate solo sull’oggi, la contingenza e la cronaca - sul futuro. Il messaggio potente che, senza nessuna diplomazia, Greta trasmette è semplice: “vi illudete che non ci siano limiti e che il futuro sia scontato e positivo, ma così non è, in realtà è proprio il futuro ciò che oggi rischia di essere compromesso e, quindi, diventa l’unica e la prima cosa di cui c’è bisogno”.
E forse è proprio il tema del futuro, nella sua accezione più larga, quello che la sinistra deve rimettere al centro per ricostruire il suo pensiero e la sua proposta.
Per molti anni abbiamo spiegato che la differenza principale tra destra e sinistra stava nel fatto che la destra si è sempre occupata del contingente mentre la sinistra ha sempre guardato al futuro, pensando a come costruire un mondo migliore per chi sarebbe venuto dopo.
Questa dimensione l’abbiamo persa nel corso degli anni e una parte della crisi della sinistra, dalla globalizzazione in poi, forse è legata proprio all’assenza di un ragionamento complessivo sul futuro.
Negli ultimi anni in cui siamo stati al Governo abbiamo presentato molte proposte e concretizzato tanti provvedimenti positivi ma è mancata la contestualizzazione di ciò all’interno di un’idea di futuro in grado di portare le persone a trovare risposte rispetto all’ansia principale del nostro tempo che è quella del cosa sarà domani.
La grande paura di questi anni è che non siamo sicuri di cosa ci sarà domani e a noi è mancata la credibilità per dire che eravamo in grado di costruire un futuro migliore.
In quest’ottica, la questione ambientale diventa centrale.
Bisogna pensare ad un modello di sviluppo diverso, in cui la compatibilità ambientale e la sostenibilità diventino centrali.
Questo tema oggi ha una valenza politica fondamentale e, quindi, non può essere consegnato solo agli addetti ai lavori né essere uno dei tanti temi che elenchiamo quando scriviamo i programmi ma deve essere una priorità per la sinistra.
Sicuramente per le forze di destra che pensano di lucrare il più possibile oggi, questi temi non sono prioritari, anzi Trump difende un apparato industriale e un modello commerciale che guarda al passato.
Gli Stati Uniti sono nella parte del mondo avanzato, con Obama avevano provato ad essere il motore dell’innovazione anche dal punto di vista della sostenibilità mentre, oggi, Trump non difende l’innovazione ma ciò che rappresenta un vecchio modello di sviluppo che si fonda sulla quantità di ciò che si produce e non sulla qualità.
Inoltre, la destra, per resistere, punta molto sull’idea che tutta la questione ambientale si giochi sul “meno emissioni” e che uno sviluppo sostenibile significhi rinunciare a qualcosa e, quindi, peggiorare le condizioni di vita.
Noi, invece, dobbiamo dire con chiarezza che non è così, che mettere al centro la qualità non vuol dire “decrescita felice” ma mettere le persone nelle condizioni di godere di una vita con una qualità migliore per tutti. Affrontare il tema dello sviluppo sostenibile vuol dire produrre il massimo di innovazione e vuol dire, quindi, una grande opportunità per l’economia.
Ai ragazzi del “Fridays for future” dobbiamo una proposta credibile di uno sviluppo in grado di cambiare il paradigma e che metta l’ambiente come una questione prioritaria oppure, se non lo facciamo per quei ragazzi, difficilmente diventeremo credibili.
Il tema resta quello ben sintetizzato nel vecchio slogan di Legambiente “agire localmente, pensare globalmente” perché abbiamo bisogno di cambiare pensando ad un’idea di futuro che sia globale, ma sapendo che si può realizzarla con tante piccole e grandi azioni sul territorio, mettendo al centro la qualità e il benessere delle persone.