I giudici onorari protestano di nuovo ma arriverà un Decreto
Intervista di Repubblica.
"Un decreto legge per i giudici onorari". Che il governo farebbe subito, proprio mentre ripartono le proteste dell'intera categoria. La conferma arriva a Repubblica da Franco Mirabelli, vice capogruppo del Pd al Senato e capogruppo in commissione Giustizia, che dall'inizio della legislatura ha lavorato su questa magistratura che, pur contando 5mila persone, vive da sempre nella precarietà.
Alla domanda se un'eventuale crisi dovesse fermare la volontà di fare il decreto Mirabelli risponde:
"Continuo a pensare che non ci siano alternative a questa maggioranza e che sarebbe irresponsabile aprire una crisi di governo in questo momento".
Dunque non crede né alla crisi, né al voto anticipato?
"Non accade in nessuna parte al mondo che si apra una crisi in piena pandemia perché la politica ha come responsabilità principale quella di garantire la soluzione dei problemi che il Covid ha portato con sé. E oggi sono quelli di tutelare la salute dei cittadini, mandare avanti il piano vaccinale e costruire le condizioni per la ripartenza. Solo una maggioranza politica può fare un percorso di questo genere e solo dentro questa alleanza di governo si può costruire una prospettiva anch'essa politica che concluda la legislatura".
E il voto?
"Continuo a non voler credere a una crisi di governo, e quindi dell'intera legislatura".
E allora torniamo ai giudici onorari e alla loro agitazione. Stamattina saranno a piazzale Clodio, ma preannunciano nuovi scioperi della fame, e dal 19 al 22 gennaio si fermeranno in tutta Italia. Si considerano vittime di "vent'anni di imbarazzanti silenzi, proroghe attendiste e norme inadeguate". Ce l'hanno con una politica che non dà risposte.
"E invece noi abbiamo proposto al governo di fare al più presto un decreto con le norme discusse e condivise finora al Senato, che possa consentire di mettere subito più soldi per le indennità e i riconoscimenti ai magistrati onorari. Vogliamo garantire misure che diventino subito operative prima che ad agosto entri in vigore la riforma Orlando (e cioè il decreto legislativo del 13 luglio 2017, ndr.). Sia il ministro della Giustizia Bonafede che i sottosegretari Giorgis e Ferraresi ci hanno dato una disponibilità che potrebbe concretizzarsi in tempi brevissimi".
Ammetterà però che stiamo parlando di 5mila persone che vivono una situazione di lavoro davvero anomala. Si occupano di giustizia, affrontano e decidono sulle controvereste degli altri, ma sono a tutti gli effetti dei precari della giustizia.
"Penso che la situazione della magistratura onoraria sia davvero di grande precarietà e che ci sia bisogno di una riforma complessiva che definisca bene ruoli, funzioni e anche l'opportunità o meno di proseguire su questa strada. La riforma Orlando ha il merito di aver posto una questione fondamentale: quella del magistrato onorario non può essere una professione e quindi chi entra in servizio dopo il decreto non può avere incarichi per più di otto anni e non può lavorare per più di due giorni alla settimana. È evidente, e questo gli va riconosciuto, che la magistratura onoraria ha svolto in questi anni una funzione importante di fronte alle carenze di personale e al numero insufficiente dei magistrati ordinari, e di fronte anche a una mole di lavoro da sbrigare che si è accumulata negli anni".
Che via avete scelto? Cosa ci sarà nel decreto?
"La politica, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, deve riconsiderare tutta la questione. Ma adesso c'è un problema immediato da risolvere. I magistrati che hanno lavorato prima della riforma Orlando mettono sul tavolo dei problemi a cui bisogna dare una risposta. Questo abbiamo tentato di fare al Senato giungendo alla stesura di un testo unificato, condiviso dalla maggioranza, frutto del lavoro delle colleghe Valeria Valente ed Elvira Evangelista, che dà risposte ad alcuni problemi".
Ma quella riforma è ferma da mesi...
"Il testo si è bloccato in commissione perché la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha scelto di bloccare tutti i provvedimenti che non riguardassero il Covid. Adesso però c'è un'evidente urgenza di dare risposte subito. E il percorso tradizionale sarebbe troppo lungo per dare certezze ai magistrati onorari rispetto alla prospettiva di chiudere la loro attività a 70 anni. Risposte che riguardano anche la questione economica".
In concreto il decreto cosa prevederà?
"Per i magistrati onorari sarà possibile lavorare per tre giorni alla settimana. Viene fissata un'indennità più alta rispetto a quella stabilita nel 2017. Nella legge sono previsti fino a 38mila euro all'anno, più una quota di 98 euro per ogni udienza sostenuta. In sede di decreto, credo che si debba ragionare anche di un aumento dell'investimento per consentire ai magistrati onorari e ai giudici di pace di potersi costruire un percorso previdenziale e un'assicurazione sanitaria. Per loro ci sarà comunque la proroga dell'incarico per altri quattro quadrienni, prevedendo però che possano lavorare fino a 70 anni, mentre quelli che hanno cominciato a lavorare dopo la legge Orlando potranno restare in servizio fino a 65 anni".
Però la sentenza della Corte del Lussemburgo, che i giudici civili stanno applicando a seguito di singoli ricorsi, stabilisce una sostanziale parificazione, dal punto di vista economico, di magistrati che, pur non avendo fatto il concorso, trattano il 60% della giustizia in Italia...
"Già la riforma Orlando serve a chiarire che i magistrati ordinari e i giudici onorari non sono la stessa cosa e non svolgono la stessa funzione. Adesso dobbiamo affrontare una frase di transizione, cercando di garantire nel miglior modo possibile i diritti di chi ha reso un servizio al funzionamento della giustizia in questi anni. Però c'è un principio costituzionale che non può essere messo in discussione: i magistrati fanno il loro lavoro superando un esame di abilitazione e facendo un concorso. Qui sta la differenza, per cui le due figure non possono essere uguali. Tenendo conto che questa situazione è evidentemente anomala e che si è prodotta nel tempo per la grande mole di lavoro che deve affrontare la giustizia italiana".
Ma ha letto la sentenza di Napoli? Il giudice civile Giovanna Picciotti il 26 novembre ha scritto che questi giudici hanno diritto "a un trattamento economico e normativo equivalente a quello assicurato ai lavoratori comparabili che svolgono funzioni analoghe alle dipendenze del Ministero". E allora? Il ministero dovrà pur rispettare una sentenza come questa...
"Io credo che ci sia un oggettivo problema di costituzionalità, per cui non sono comparabili i ruoli di magistrato onorario con quello di magistrato ordinario. Non nego però che esista il problema di migliorare il trattamento economico e la vita lavorativa di questi magistrati".
E cioè cosa propone?
"In sede di conversione del decreto si potranno affrontare altri temi, come quelli organizzativi e di ruolo, nonché il riconoscimento della maternità".
Eppure guardi che il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, il magistrato che ha diretto l'ufficio legislativo di via Arenula, parla di"5mila giudici onorari e di pace che hanno ricevuto un trattamento inaccettabile". Aggiunge che a loro "sono state date responsabilità sempre maggiori ma è mancato il pieno riconoscimento dei loro diritti che, al contrario, sono stati mortificati". E allora?
"Lui dice una cosa seria e giusta, cioè che hanno svolto un ruolo importante e rischiano di essere trattati in modo non adeguato al contributo che hanno garantito. Per questo, in attesa di una riforma più ampia, penso sia giusto fare un decreto che soddisfi meglio le esigenze che vengono da quel mondo".
Ma ha sentito il presidente della Consulta Giancarlo Coraggio? La Corte ha riconosciuto il loro diritto alla piena copertura delle eventuali spese legali e Coraggio ha detto che "la funzione è la stessa, giudicare è la stessa cosa, sia che si giudichi di materie che hanno un maggior o minore impatto economico". Non le pare che si debba prevedere un ruolo meno precario di questa categoria?
"Siamo di fronte a una transizione in cui dobbiamo garantire il più possibile chi ha svolto questo ruolo per molti anni in passato e che continua a svolgerlo. La riforma Orlando già riduce l'impiego e l'impegno della magistratura onoraria..."
Ma loro non vogliono questo...
"A questo punto serve una riforma più complessiva. Dobbiamo assumere più magistrati ordinari avendo meno bisogno del supporto degli onorari. Ma serve una transizione che garantisca chi ha lavorato in questi anni, mentre chi lo farà in futuro dovrà farlo con un impegno più limitato".