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Le nuove povertà e il diritto alla casa

Intervento svolto all'incontro con un'associazione che si occupa di persone senza dimora.

Nelle due Legislature alle spalle mi sono occupato molto del carcere e della casa.
Siamo di fronte ad un impoverimento di una parte della popolazione ma siamo anche di fronte ad un aumento inaccettabile delle diseguaglianze. Su questo, in particolare, oltre al problema di garantire un reddito, un’autonomia e un lavoro a tutti, mi pare che stia emergendo in maniera evidente anche il tema di un lavoro pagato in maniera accettabile.

Tra i poveri ormai non ci sono solo i disoccupati ma anche persone che, pur lavorando, hanno redditi assolutamente inaccettabili. Il ragionamento sul salario minimo, quindi, va in questa direzione.
Un altro tema decisivo è quello della casa.
A Milano il tema è molto sentito e molto importante. Viviamo in realtà in cui i costi dell’abitare non sono più accessibili per i ceti medio-bassi e, soprattutto, per le persone più in difficoltà.
Il tema di come ampliamo e ricostruiamo una rete in grado di realizzare opportunità abitative accessibili per tutti diventa, dunque, fondamentale.
Serve una rigenerazione urbana che consenta di intervenire sul degrado e di creare almeno 500mila nuovi alloggi in dieci anni in edilizia sociale (cooperative, case popolari, interventi che si rivolgono ai più deboli).
Ci sono alcune associazioni che intervengono su questo.
Ci sono sempre moltissimi alloggi lasciati vuoti e abbandonati perché le Regioni e le aziende che li gestiscono non hanno le risorse per rimetterli nelle condizioni di essere a norma per essere resi disponibili.
C’è la possibilità di rilevarli, di fronte alla disponibilità di chi entra di assumersi l’onere delle ristrutturazioni necessarie. Questa è una norma che avevamo fatto per favorire gli interventi rapidi per rendere disponibili gli alloggi.
Credo che alcuni enti, come la Caritas, stiano utilizzando queste possibilità.
C’è poi un tema che riguarda il carcere.
Noi puntiamo molto sulle misure alternative al carcere ma, perché queste ci siano, è necessario garantire una residenza a persone che sono in carcere magari per reati lievi e potrebbero essere messe agli arresti domiciliari. L’assenza di una residenza è uno dei temi su cui si scontra quotidianamente la magistratura di sorveglianza.
Esperienze in questo ambito sono importanti, anche a Milano ce ne sono, sia in rapporto con la cooperazione che con il pubblico ma serve costruire un sistema più generale.
La povertà energetica diventerà un altro grande problema.
Occorre superare la volontà di avere tutto predeterminato mentre si deve cominciare a sperimentare in maniera concreta il tema delle comunità energetiche che, come dimostrano anche alcune esperienze importanti, come ad esempio a Napoli, oltre che occasione per i residenti possono essere occasione per sostenere famiglie indigenti, in quanto l’energia viene prodotta per i residenti a basso costo e poi si devolvono gli utili alle famiglie in difficoltà di alcuni quartieri.
Raccogliere tutte le buone pratiche, quindi, diventa decisivo.
Andiamo incontro ad una fase in cui ci troveremo di fronte a problemi inediti e credo che il confronto con gli Enti Locali sulle buone pratiche diventi importante per affrontare le questioni che ci troveremo di fronte.

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