Le case popolari di Via Gola a Milano
Via Gola non può certo essere, dal punto di vista geografico, definita come una “periferia”. Si trova nel cuore della zona dei Navigli, quella del divertimento serale, ricca di locali, a poche decine di metri da uno dei quartieri più “in” della città.
Eppure la situazione di degrado e di abbandono in cui si trova il quartiere Aler è nota e proprio il contrasto con il resto della zona lo rende ancora più evidente.
Il degrado e l’abbandono spesso favoriscono il crearsi di una terra di nessuno, in cui le persone più fragili si sentono sole e impaurite e l’illegalità occupa tutti gli spazi. Il quartiere di via Gola ne è un esempio eclatante.
Dall’Alzaia del Naviglio Grande si gira a sinistra e si entra in via Gola, cento metri di strada pedonalizzata e cambia improvvisamente lo scenario: ai lati della strada vere e proprie discariche di oggetti accatastati di ogni tipo abbandonati da chi, per qualche soldo, sgombera cantine e appartamenti; davanti agli ingressi dei cortili interni delle case Aler stazionano persone che, come nei più tristemente noti quartieri dello spaccio, controllano chi arriva, controllano il territorio. Tutti gli stabili, esclusi i tre o quattro dove le ristrutturazioni sono state terminate, i cui appartamenti sono stati venduti, sono in condizioni di abbandono; le ristrutturazioni non sono state completate e, da molti anni, ci sono ponteggi, balconi pericolanti e si vive nel degrado.
Il comitato di via Gola e i pochi inquilini che hanno il coraggio di raccontare, spiegano che qualche anno fa la ditta che stava ristrutturando è fallita e da allora tutto è rimasto così, che in quelle case il 40% degli appartamenti sono occupati e che molti spacciatori arrivano lì dal proprio Paese, ci stanno qualche mese per poi lasciare spazio ad altri, attirati da una zona strategica per rifornire i locali del divertimento.
In questa realtà le istituzioni sono rappresentate da associazioni che gestiscono l’asilo nido e il servizio di custodia sociale oltre che dal comitato di cittadini “occupiamoci di via Gola” che non smettono di sollecitare le istituzioni con denunce mirate ma anche con proposte di intervento.
E’ grazie anche a loro e al Municipio 6 se sono stati messi in cantiere interventi utili, come la sistemazione e un nuovo arredo urbano per la via e la sistemazione, utilizzando un bando europeo, degli spazi comuni delle case popolari per creare luoghi di incontro e socialità soprattutto per bambini e anziani.
Ma, in via Gola, ancora una volta, emerge una situazione grave di degrado originata soprattutto dalla incuria e dalle mancanze di Aler. Anche qui chi gestisce il patrimonio pubblico non si occupa dei cittadini, ha consentito il 40% di occupazioni abusive, lascia che si viva tra balconi pericolanti e cumuli di masserizie.
Serve un piano urgente di risanamento. Qualunque azione contro chi occupa abusivamente, pur necessaria, è inutile se non c’è un progetto che risolva il degrado urbano e se i vertici di Aler non decidono che fare. Serve un’idea che risani, da tutti i punti di vista, la situazione. È un tema che riguarda tutta la città e che non si risolve con la vendita in blocco degli appartamenti a qualche immobiliare, ma con un intervento sociale e urbanistico all’altezza.
Quindi mentre si mettono in cantiere, con il Comune è il Municipio, interventi utili sul piano sociale e della sistemazione della via, serve pensare al futuro. Non solo però. La necessità di affrontare alla radice le origini del degrado non toglie quella di non accettare che permanga una zona franca controllata dagli spacciatori: servono interventi significativi delle forze dell’ordine per combattere lo spaccio e segnare la presenza dello Stato, restituendo tranquillità a chi vive in quel quartiere. In questa direzione nei prossimi giorni farò un’interrogazione per chiedere al Ministro degli Interni interventi immediati di contrasto allo spaccio e all’illegalità.