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Contrastare il cambiamento climatico con la transizione energetica

Intervento in Tv a 7Gold.

È chiaro che la situazione rispetto alla siccità è grave e drammatica. È anche vero che in questo momento possiamo mettere in campo misure emergenziali e possiamo intervenire per aiutare gli agricoltori. 
Faccio presente che molti agricoltori dicono che adesso devono usare pompe in grado di prendere l’acqua in profondità, solo che irrigare con quei mezzi costa molto dal punto di vista del gasolio utilizzato, quindi, c’è un problema di aiuto.

Il tema della siccità, però, è legato ai mutamenti ambientali, quindi, anche in una situazione difficile come questa o riusciamo a promuovere una transizione energetica verso fonti diverse dal petrolio, dal carbone o da quelle le cui emissioni provocano i cambiamenti climatici o non facciamo ciò che dobbiamo. 
Abbiamo fatto in questi mesi diversi interventi per tornare a investire sulle trivellazioni e sui gassificatori, pensando che il gas possa e debba essere la fonte energetica utile per la transizione verso il solare, l’eolico, l’idroelettrico, le pompe di calore e altri strumenti di energie rinnovabili. 
Mi pare miope non vedere che il ritorno a materie prime petrolifere o legate al carbone aggraverebbe il futuro per noi e le prossime generazioni, in quanto aggraverebbe la situazione del riscaldamento del Pianeta e, quindi, la siccità. 
Dobbiamo riuscire a fronteggiare l’emergenza e mantenere gli impegni internazionali a ridurre le emissioni.

Non c’è nulla di ideologico nei mutamenti climatici che provocano la siccità o che hanno provocato il fatto che dal 2009 al 2019 si è passati da 100 a oltre 2000 catastrofi ambientali nel mondo.
L’intervento concreto che va costruito subito è quello di ridurre o annullare le emissioni dei derivati del petrolio e del carbone. La Comunità internazionale ha deciso di fare questo da qui al 2030.
Il gas serviva e serve per governare la transizione verso le energie rinnovabili, cioè il superamento dalla dipendenza dal petrolio e dal carbone per andare verso le energie alternative.
La guerra ha reso necessario cercare e trovare altri fornitori e lo abbiamo fatto, anche se questo comporterà tempi più lunghi, ma non c’è nulla di ideologico in questo: è una necessità concreta.
Abbiamo anche la necessità concreta di mettere a posto la nostra rete idrica e ci sono molti soldi del PNRR previsti per far fronte a questo.
Credo che l’unica cosa ideologica sia l’idea del nucleare di nuova generazione. Innanzitutto perché non c’è ancora nulla: non c’è la fissione nucleare, non c’è ancora il nucleare pulito e non è risolto il problema drammatico delle scorie radioattive e dei depositi. 
Sono molti i grandi Paesi che stanno abbandonando il nucleare, a partire dalla Germania.
Un altro tema che fa diventare ideologica questa discussione riguarda il fatto che, se anche iniziassimo oggi a costruire una centrale nucleare, sarà pronta ben oltre il 2030, in quanto non sarà pronta prima dei prossimi 20 anni. 
Lì dentro, quindi, oggi non c’è la soluzione né ai problemi dell’oggi né del prossimo futuro. 
Sembra sempre che sia ideologico chi si ferma a guardare i grandi scenari ma i grandi scenari sono i mutamenti ambientali, la siccità, le catastrofi naturali, lo scioglimento dei ghiacciai. Così l’umanità non sopravvive per cui occorre agire, altro che ideologia.

 

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