Lo scenario in cui ci muoviamo
Intervento svolto alla videoconferenza con il Circolo PD Prato-Bicocca.
Proverò a mettere in fila alcune questioni fondamentali in questa fase.
Siamo in una fase in cui stiamo vivendo ancora l’emergenza covid: la variante omicron è molto contagiosa e non è meno pericolosa dal punto di vista delle conseguenze per chi si ammala e non è vaccinato.
Siamo in una situazione complicata nonostante i dati economici del 2021 sono stati molto buoni rispetto alla capacità del Paese di riprendersi: abbiamo avuto una crescita significativa ma non siamo ritornati ad una situazione pre-pandemia.
Dentro a questa fase, però, bisogna registrare un tema come quello della crisi energetica, che sta producendo un aggravio significativo dei costi delle bollette sia per le famiglie che per le imprese e questo produce un aumento dei prezzi.
Dobbiamo, quindi, evitare che questa situazione porti ad un nuovo aggravio della condizione delle famiglie con redditi medio-bassi, allargando ulteriormente le diseguaglianze sociali, che continuano ad essere un problema irrisolto e su cui dobbiamo lavorare.
Tutto questo lo stiamo affrontando con un Governo di larghe intese, la cui guida sta facendo fino in fondo il suo lavoro e di cui avremo bisogno ancora nei prossimi mesi.
Noi siamo tra coloro che sostengono la necessità che Draghi resti a fare il Presidente del Consiglio perché l’emergenza non è finita e abbiamo un anno ricco di appuntamenti con l’Europa. Ad ora abbiamo fatto il lavoro sulle riforme, rispettando i criteri che ci erano stati imposti per avere la prima parte delle risorse previste dal PNRR. Adesso bisogna lavorare per usare queste risorse bene e per creare le condizioni per poter accedere alla seconda parte dei contributi europei.
Questa è una prima questione che mi fa dire che abbiamo bisogno di stabilità di Governo. O meglio, le ragioni per cui è stato fatto questo Governo di solidarietà nazionale con la guida di Draghi ci sono ancora tutte e ci saranno anche nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. I prossimi, infatti, saranno mesi in cui in Europa si discuterà della riforma del Patto di Stabilità ed è evidente che l’Italia, con il debito pubblico che c’è, ha bisogno di mettere in campo tutta la credibilità che Draghi ha in Europa per poter strappare un accordo che non ci riporti nella situazione per cui sostanzialmente si impediva al nostro Paese l’utilizzo delle risorse per qualunque tipo di investimento.
Queste sono le questioni che abbiamo di fronte a cui si aggiunge la questione dell’elezione del Presidente della Repubblica.
Mi soffermo ancora sulle altre questioni.
Rispetto alla pandemia, mi pare che abbiamo comunque ottenuto che si restasse su una linea che indicava di puntare sui vaccini, nonostante le resistenze della Lega che hanno impedito che venisse stabilito l’obbligo vaccinale per tutti i lavoratori, come noi avremmo voluto.
È scattato il super-green-pass e senza vaccini viene preclusa quasi ogni attività sociale, dal cinema alle palestre, ai ristoranti.
Per la prima volta in Europa è stato stabilito l’obbligo vaccinale per gli over 50 che, come hanno spiegato Speranza e Draghi, è la fascia di età più a rischio. È anche un’iniziativa volta ad aumentare il numero dei vaccinati e, dalle prime dosi che vengono registrate, pare che stia funzionando.
Noi, infatti, abbiamo deciso di affrontare il virus con le vaccinazioni per evitare di dover tornare alle scelte dolorose del lockdown, come è stato nel primo anno di pandemia.
Con un numero alto di vaccinazioni e con le precauzioni che man mano vengono messe in campo, si può continuare a tenere aperto il Paese.
Dentro a questo contesto, non si capirebbe una posizione che permette di andare allo stadio o in palestra o in pizzeria ma non a scuola.
Tutti i dati mostrano che gli studenti di questa generazione, che hanno subito il lockdown e la conseguente didattica a distanza, hanno avuto ripercussioni significative, con deficit dal punto di vista formativo ma anche situazioni in cui i più deboli e i più in difficoltà hanno visto aumentare il divario rispetto ad altri.
In nessun Paese europeo le scuole sono state chiuse tanto come in Italia.
Abbiamo, quindi, fatto la scelta di tenere aperta l’economia e la vita sociale, che credo sia giusta e che tutti abbiamo condiviso, per cui non si capirebbe se in questo contesto se si scegliesse di non tenere aperte le scuole.
Ovviamente la linea rimane flessibile, come indicato dai Protocolli, per cui nel momento in cui si verificano casi di contagio, si utilizza la didattica a distanza per un tempo stabilito.
L’idea, invece, di rimandare l’apertura delle scuole rischiava di riprodurre il meccanismo dello scorso anno per cui si è continuato a rimandare e i ragazzi hanno perso l’opportunità di essere in classe.
Lo scorso anno, senza vaccini, con il covid che portava conseguenze gravi e gli ospedali sovraccarichi, non si poteva fare altrimenti.
Adesso, invece, siamo in una situazione diversa e penso che sia giusta la scelta di tenere aperte le scuole, l’economia e la vita sociale, aumentare i vaccini e non penalizzare la vita del Paese, avendo chiari quali sono i comportamenti e i limiti da tenere.
La questione del bonus per lo psicologo in Parlamento è stata proposta; ci sono stati molti emendamenti anche del PD a favore di quell’iniziativa ma il Governo non ha voluto. Il Governo, tuttavia, ha scelto di tenere aperte le scuole (in quanto molti disagi sono emersi perché erano chiuse) e ha confermato le assunzioni di 35mila insegnanti, che erano stati chiamati a inizio pandemia, per garantire le presenze a scuola dei docenti. Questo è importante. Credo, infatti, che il miglior aiuto che possiamo dare alla situazione di difficoltà delle famiglie sia quello di garantire l’apertura delle scuole in continuità.
Dal punto di vista economico penso che abbiamo fatto una Legge di Bilancio utile e importante, in cui c’è molto di ciò che chiedevamo, dal superbonus ad altre cose che dobbiamo anche rivendicare.
Siamo riusciti a stabilizzare la norma sui 100 euro, che era successiva a quella degli 80 euro, a cui si è aggiunto il fatto che la riduzione delle tasse va soprattutto a favore dei lavoratori dipendenti (7 miliardi su 8) e questo di fatto si traduce in un aumento dei salari.
A questo si aggiunge il provvedimento dell’assegno unico per i figli.
Inoltre, stiamo sottovalutando il fatto che questa Legge di Bilancio fa scelte importanti rispetto al welfare e alla protezione sociale. Oggi, infatti, è stato reso stabile il fatto che la cassa integrazione è un ammortizzatore sociale di cui possono beneficiare tutte le aziende, comprese quelle sotto i 15 dipendenti, i lavoratori autonomi e le partite IVA.
Si è dato, quindi, universalità ad uno strumento di protezione sociale importante e, in una fase come questa, credo che fosse giusto.
Gli interventi sul welfare contenuti nella Legge di Bilancio andrebbero valorizzati maggiormente.
La vicenda del Quirinale, al di là delle chiacchiere che vengono fatte, invece, è tutta aperta.
Bisogna tenere conto che si andrà ad eleggere il Presidente della Repubblica con un Parlamento che non corrisponde più agli orientamenti attuali del Paese e in cui si sono rotti molti Gruppi, ci sono moltissimi parlamentari che hanno cambiato Gruppo di appartenenza e, siccome stanno fuori dai partiti, nonostante alla fine determineranno l’esito della votazione per il Presidente della Repubblica, sarà difficile capire prima cosa faranno. C’è, quindi, una situazione di grande difficoltà.
Inoltre, facendo le valutazioni di ciò che avverrà, bisogna tener conto che, per la prima volta dopo moltissimi anni, il PD potrà contare solo sul 12% della platea che elegge il Presidente della Repubblica, perché alla base c’è il risultato elettorale negativo e la scissione che abbiamo subito, sommato al fatto che moltissime Regioni sono governate dal centrodestra e, quindi, esprimeranno delegati regionali in maggioranza di centrodestra. Tutto questo ci deve far capire che giochiamo una partita difficile e in cui non siamo in grado di imporre una soluzione.
Penso che il centrodestra sbagli a continuare a vendere l’idea di avere una maggioranza perché non è così. Noi, insieme alle forze politiche che avevano sostenuto il secondo Governo Conte, rappresentiamo ancora un blocco senza il quale è impossibile eleggere il Presidente della Repubblica.
Per noi, quindi, bisogna sedersi ad un tavolo e ragionare su una soluzione che sia rappresentativa almeno di tutta la maggioranza. Abbiamo detto che la proposta deve essere di un profilo autorevole e non può corrispondere ad un leader di partito e deve essere una figura che dia garanzie dal punto di vista dell’europeismo.
Il centrodestra, invece, continua a dire di avere anch’esso l’intenzione di costruire un tavolo in cui decidere insieme il Presidente della Repubblica ma, come abbiamo fatto notare in questi giorni, o si toglie Berlusconi dal campo o il tavolo è inutile.
Fare il tavolo, infatti, vuol dire lavorare per cercare una candidatura condivisa. Se per il centrodestra esiste la candidatura di Berlusconi, è evidente che per noi non è accettabile per tante ragioni: Berlusconi è una figura divisiva che non può essere riconosciuta nel quadro che avevo tracciato e che possa rappresentare l’unità del Paese.
Parlando con Liberi e Uguali e M5S stiamo cercando di costruire una situazione che ci consenta la ricerca del candidato ma è evidente che finché c’è in campo Berlusconi diventa tutto più difficile.
Tutto diventa più complicato, non solo l’elezione del Presidente della Repubblica perché è evidente che una maggioranza di Governo così ampia, se all’appuntamento con l’elezione del Presidente della Repubblica, apre una fase di incertezza, spaccature, si va a cercare numeri risicati e si fanno battaglie di bandiera, si rischia anche di indebolire in maniera significativa il Governo.
In questo momento, noi abbiamo detto solo due cose: la prima è che Berlusconi non può fare il Presidente della Repubblica e la seconda è che per noi Draghi è una risorsa per il Paese e vorremmo che restasse a fare il Presidente del Consiglio, perché senza di lui non so se saremmo in grado di avere un Governo che possa continuare a far fronte alle questioni in campo. A partire da queste due cose, tutto è possibile.
Quando ci riuniremo come Gruppi parlamentari e Direzione, cominceremo a valutare alcune iniziative politiche in vista del Quirinale, anche se in realtà non si determina molto prima chi sarà il Presidente della Repubblica.
Dentro a tutto questo, c’è il tema di Mattarella: in una fase come questa, la riconferma dell’attuale Presidente potrebbe anche essere una soluzione per non chiedere a Draghi di rinunciare a qualcosa per restare a fare il Presidente del Consiglio; inoltre potrebbe anche essere una scelta giustificata dall’emergenza covid e dal quadro politico incerto, però, ad oggi, questa non è una soluzione in campo perché davvero c’è la volontà di Mattarella di non accettare un’ipotesi di riconferma e insiste anche sulla necessità di rimanere fedeli ad un dettato costituzionale che, a parte l’eccezione di Napolitano, è sempre stato basato su 7 anni di Presidenza senza alcun rinnovo.
Tornando a Berlusconi, è difficile che trovi i voti, non solo perché è difficile che possa aggregare quei 60 voti che in teoria mancano al centrodestra ma anche perché penso che ci sia una parte del centrodestra che non è disponibile a votarlo perché non farebbe piacere se diventasse Presidente della Repubblica.
Meloni e Salvini, che hanno la velleità di fare i capi del Governo nella prossima Legislatura, infatti, sanno benissimo che hanno bisogno di un Presidente della Repubblica che sia garante e fortemente credibile in Europa, cosa che Berlusconi non è.
Credo, quindi, che anche una parte del centrodestra non abbia tanto interesse a fare un’operazione del genere.
Berlusconi, comunque, ha soldi, influenza. Io credo che sia impossibile che Berlusconi venga eletto Presidente della Repubblica e, sicuramente, non sarà il centrosinistra a dargli i voti.
È evidente, infatti, che non voteremo mai Berlusconi. Credo, però, che la candidatura di Berlusconi rischi di far saltare il banco.
Berlusconi non farà il Presidente della Repubblica ma rischia di creare delle dinamiche che portino ad una situazione di caos che può penalizzare sia l’elezione del Quirinale che il Governo.
Non credo che neanche Gianni Letta sia un possibile papabile per il Quirinale, soprattutto adesso che Enrico Letta è Segretario del PD. Inoltre, Berlusconi vivrebbe come un tradimento drammatico una situazione del genere.
Elisabetta Casellati, invece, è possibile anche se io non lo auspico: è già la seconda carica dello Stato, è di centrodestra e, dato che giustamente si insiste a chiedere che non vengano proposti solo uomini per la Presidenza della Repubblica, credo che sia un nome con cui dovremo fare i conti.