E' il momento di scegliere
Intervento svolto a Sesto San Giovanni.
Si va a votare non solo in una stagione anomala: non si è mai votato a settembre e non si è mai fatta la campagna elettorale in estate ma, soprattutto, andiamo a votare in un momento molto difficile, segnato dalla guerra, dalla crisi energetica, dal caro bollette che mette in difficoltà famiglie e imprese.
In queste settimane, su questo tema specifico il PD ha fatto molte proposte.
Innanzitutto, bisogna agire in Europa per fare in modo che venga messo un tetto al prezzo del gas.
Bisogna poi agire in Italia, per separare nel costo delle bollette il prezzo del gas da quello dell’energia, perché non tutta l’energia è alimentata dal gas (c’è quella prodotta con l’idroelettrico e con le fonti rinnovabili) ma oggi la paghiamo in questo modo e il gas ha un prezzo altissimo.
Occorre, inoltre rilanciare e ampliare le misure a sostegno delle famiglie, come la bolletta sociale che già è stata messa in campo e che vogliamo garantire ad un maggior numero di famiglie alzando il limite di reddito per accedervi.
Infine, proponiamo di raddoppiare il credito d’imposta per le aziende che sono in difficoltà.
La situazione in cui ci troviamo è nota da tempo. L’inflazione e il prezzo dell’energia hanno cominciato a crescere ben prima della guerra, mettendo in difficoltà le famiglie.
Oggi, chi sollecita interventi rapidi dal Governo deve, però, assumersi la responsabilità di averlo fatto cadere.
Leggo ancora oggi, Salvini e Meloni che sollecitano il Governo a prendere iniziative ma è evidente che ormai abbiamo un Governo che agisce sull’ordinaria amministrazione e il Parlamento è sciolto, per cui non si può fare più di tanto.
I temi che abbiamo di fronte e la crisi grave a cui andiamo incontro, sono cose che si sarebbero dovute affrontare con un Governo in carica, solido, credibile anche in Europa, com’era il Governo Draghi.
Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e M5S hanno fatto la scelta di far cadere il Governo per ragioni proprie, non guardando all’interesse del Paese ma al proprio e ora si devono assumere la responsabilità di questo.
Adesso partirà la solita discussione sul fatto che sono tutti uguali ma non è così.
Da questo, dal punto di vista sociale, si può uscire facendo in modo che la crisi non allarghi ma riduca le diseguaglianze. Per ottenere questo, come PD proponiamo di intervenire sul potere d’acquisto dei salari, con il taglio delle tasse sul lavoro fino a garantire una mensilità in più ai lavoratori. L’idea, quindi, è di aiutare chi perderà ancora il potere d’acquisto, che in questi anni ha continuato a scendere.
Vogliamo poi intervenire con il salario minimo per garantire che nessuno lavori più per due o tre euro l’ora.
L’intento, dunque, è quello di intervenire per rafforzare le fasce sociali deboli e chi soffre di più questa crisi.
La destra, invece, parla di Flat Tax, cioè dicono di voler mettere 40 miliardi per realizzare un’unica aliquota per tutti i redditi con il risultato che, di quei soldi, la stragrande maggioranza sarà dedicata al risparmio delle tasse per i più ricchi e non aiuterà i più deboli, che invece si troveranno nelle condizioni di avere meno risorse da investire sui servizi.
O si vota per il salario minimo, per aumentare il potere d’acquisto, quindi, o si vota per la Flat Tax: bisogna scegliere.
Allo stesso modo sulle questioni ambientali.
Abbiamo tutti visto in questi mesi quali sono gli effetti del cambiamento climatico: non sono racconti ideologici; c’è la siccità, i ghiacciai si sciolgono, il caldo si è fatto soffocante. Noi diciamo che su questo occorre intervenire subito, che deve essere una priorità per la politica e, quindi, bisogna accelerare verso l’utilizzo delle energie alternative rispetto a quelle fossili.
Vogliamo cambiare il modo di costruire per fare case in cui l’efficienza energetica sia garantita, il calore venga garantito dalle energie rinnovabili, ci sia una politica del riciclo dei rifiuti.
Sulla base di questo programma, abbiamo detto sì alle scelte fatte dall’Europa, che hanno stabilito una road map per raggiungere questi obiettivi, tra cui ad esempio lo smettere di costruire auto che funzionano a benzina o a gasolio entro il 2035.
Al di là del milione di alberi annunciato da Berlusconi, la destra difende lo status quo mentre oggi c’è da difendere il futuro. Oltretutto, con i soldi del PNRR, a Milano e provincia pianteremo 4 milioni di alberi dentro il progetto ForestaMI.
O si mette al centro l’ambiente o si difende lo status quo, dunque, e anche su questo, con il voto del 25 settembre, bisogna scegliere.
Un’altra scelta da compiere riguarda il terreno dei diritti.
In questi anni in Parlamento, ci siamo battuti non solo per i diritti sociali ma anche per affermare diritti civili importanti, come con la legge sullo Ius Scholae per garantire che un bambino nato in Italia che fa un ciclo di studi nel nostro Paese possa avere la cittadinanza senza aspettare la maggiore età.
Penso poi alla legge sul fine vita che stavamo facendo e che la destra ha voluto bloccare facendo cadere il Governo ed è una legge urgente per il Paese.
Un’altra legge a cui abbiamo lavorato è quella contro l’omotransfobia, che penalizza e considera un reato grave la discriminazione per le scelte personali delle persone.
Noi su tutto questo ci siamo impegnati e abbiamo lavorato e siamo credibili.
O si sta con noi per tutto questo, quindi, o si sta con quelli che hanno festeggiato in modo anche vergognoso l’affossamento di queste leggi.
Dobbiamo provare a spiegare che non siamo tutti uguali, che il voto del 25 settembre determinerà come si esce dalla crisi, che ci sono due idee diverse, la nostra e quella della destra.
Votiamo con una legge elettorale orribile. È una legge elettorale che alla fine garantirà la maggioranza a chi vincerà i collegi uninominali e per vincere i collegi uninominali o si vota PD e la coalizione di centrosinistra o vince la destra. Votare Calenda o M5S si indebolisce il centrosinistra e si aiuta la destra. Questo va spiegato. Votare PD e la coalizione di centrosinistra è l’unico voto per impedire che la destra abbia la maggioranza bulgara che indicano i sondaggi ma che io non credo che ci sia nel Paese, anzi, credo che la partita sia aperta. Noi, però, dobbiamo chiarire che il voto produce degli effetti: se si vota M5S o Azione si aiuta la destra e questo lo devono sapere tutti; spieghiamolo e sono convinto che il 25 settembre ci saranno sorprese positive per noi.
Letta, in questa fase, dimostra solo di avere meriti.
Letta ha unito il PD. È un anno e mezzo che il PD è unito su una linea chiara.
Letta ha il merito di aver scelto alcuni temi su cui lavorare con grande chiarezza e grande radicalità.
Sul tema dell’ambiente, ad esempio, non era scontato che accettassimo l’idea di non costruire più auto con combustibili fossili entro il 2035. Proviamo ad immaginare che dibattitto ci sarebbe stato, ad esempio nel PCI, sull’impatto di una scelta così importante sull’apparato industriale del Paese.
Letta ha scelto con grande chiarezza e radicalità di portare aventi temi come quello dei diritti che, secondo tutti i sondaggi, oggi ci fanno essere il primo partito tra i giovani.
Il tema del congresso del PD in questo momento lo vedo come un elemento che mettono in campo i nostalgici di un partito litigioso e diviso.
Abbiamo fatto le liste elettorali con un partito unito. Letta ha lavorato per costruire il campo largo, l’ha fatto con determinazione e non è colpa sua se Calenda, Renzi e Conte hanno scelto di far prevalere un interesse di parte.
Letta ha presentato la lista dei Democratici e Progressisti, in cui è rientrata anche una parte della scissione di qualche anno fa e, quindi, riuniamo le forze che pensiamo che anche in futuro possano dare un contributo.
Adesso bisogna occuparsi di fare campagna elettorale.