Bisogna continuare a combattere le mafie
Intervento introduttivo della sessione "Sviluppo, PNRR e legalità" all'Incontro Nazionale di AreaDem a Cortona (video).
Credo che in questi giorni a Cortona abbiamo affrontato molte questioni impegnative, che sono le questioni più rilevanti nell’agenda del Paese e non solo.
Abbiamo affrontato la questione della guerra e dell’Europa. Si tratta di una questione che, giustamente, suscita un grande allarme per ciò che può essere lo sviluppo di una situazione inattesa che può condizionare molto la vita di interi popoli e, complessivamente, la geopolitica del nostro Pianeta.
Abbiamo discusso di un tema fondamentale come quello della transizione ecologica.
Di fronte alla concretezza di ciò che stanno producendo i cambiamenti climatici, tra cui la siccità, c’è un allarme che preoccupa il Paese e intere generazioni.
Tutti abbiamo posto con grande attenzione la questione sociale.
C’è la necessità di mettere in campo misure urgenti per impedire che gli aumenti dell’energia, dopo la crisi pandemica e la crisi derivante dalla guerra, comportino una crisi sociale, portino ad un aumento delle diseguaglianze, mettano in difficoltà le condizioni reali di vita di tanti. Anche su questo abbiamo, giustamente, lanciato un allarme significativo.
Sono tre questioni importanti, su cui si gioca il presente ma soprattutto il futuro del Pianeta e sono questioni che fanno parte della nostra agenda del PD.
Sono anche tre questioni che qualificano una forza di centrosinistra, che la differenziano dagli altri, in particolare dalla destra.
Mi hanno insegnato, infatti, che noi siamo quelli che buttano lo sguardo sempre al futuro, che cercano di costruire una società migliore per le prossime generazioni, che non si limitano a gestire il presente.
Uso questi pensieri per introdurre un’altra questione, su cui invece c’è un allarme sociale bassissimo: le mafie.
Da quando le mafie hanno smesso di sparare, infatti, c’è un allarme sociale bassissimo.
Ci occupiamo di mafia e di camorra quando dobbiamo celebrare i martiri della lotta alle mafie.
Non ci occupiamo più di lotta alle mafie e di lotta alla corruzione, in un Paese in cui non si percepisce più la presenza delle mafie ma in cui, invece, le mafie sono presenti e sono più pericolose di prima.
Ringrazio Dario Franceschini, Marina Sereni e Luigi Zanda che hanno suggerito questa sessione perché credo che dobbiamo avere presente che qui c’è un grande tema che riguarda il quanto le mafie - e i capitali enormi che derivano dal malaffare che sono controllati dalle mafie - possano penetrare nell’economia legale, di quanto possano condizionarla e, quindi, condizionare anche la nostra democrazia.
Questo è il tema che dobbiamo affrontare.
Dobbiamo affrontare questo tema, sapendo che non è un tema lontano ma è un tema concreto, di ogni giorno: quando apriamo i giornali e le notizie raccontano di quanto al Nord come al Sud si mettono in campo investigatori e operazioni di polizia per fermare chi sta usando i proventi del traffico di armi o di droga o di altro per aggredire l’economia legale.
Questo è il tema e non riguarda soltanto le Regioni dove le mafie sono nate, così come non riguarda più solo il nostro Paese.
Dobbiamo sapere che se c’è qualcuno che ha saputo sfruttare la globalizzazione meglio di tutti gli altri, sono le organizzazioni criminali, che si sono globalizzate e hanno la capacità di condizionare anche i grandi processi che avvengono nel mondo.
Stiamo parlando di riciclaggio del denaro sporco.
Stiamo parlando di una realtà di cui ha parlato l’avvocata Francesca Santilli (esperta di riciclaggio internazionale per ABI), che ci stiamo attrezzando per contrastare.
Credo che in Italia si stia facendo molto ma credo anche che si stia facendo poco a livello internazionale, dove invece occorrerebbe agire.
È importante che si stia realizzando l’agenzia europea contro il riciclaggio ma l’Europa deve fare di più.
Abbiamo bisogno di mettere in campo politiche di contrasto omogenee almeno su tutto il territorio europeo. Non possiamo avere Paesi più disponibili ad abbassare i controlli sulla provenienza dei capitali per poterli attrarre e Paesi invece che, come il nostro, sul controllo della provenienza dei capitali fanno molto di più.
C’è poi la questione del PNRR, di cui ha parlato il Professor Giovanni Ferri della LUMSA, che coordina un master dedicato a questo tema.
Il PNRR è un tema delicato.
Abbiamo fatto bene a tenere alta l’attenzione sul tema delle garanzie di legalità legate al PNRR.
Non abbiamo accettato l’idea per cui, per fare più velocemente, occorreva ridurre i controlli e abbassare le garanzie per la legalità.
Abbiamo detto che bisognava fare più in fretta ma migliorando la qualità delle centrali appaltanti.
Abbiamo detto che non si può pensare di togliere le certificazioni antimafia (e la spinta in tal senso c’è ancora).
In nome dell’abbassamento dell’allarme sociale, la Lega e Forza Italia stanno pensando anche di mettere in discussione la confisca dei beni.
Siamo di fronte ad un tema che forse è sotterraneo ma di battaglia politica, su cui abbiamo bisogno di concentrare l’attenzione.
Sapendo la competenza del Procuratore Federico Cafiero De Raho, aggiungo che c’è anche la questione degli ecoreati, che sfiora il tema della transizione ecologica, perché infatti questa implica l’economia circolare e il riciclo dei rifiuti.
Penso che questi siano temi importanti e ne abbiamo parlato con persone importanti e competenti che possono aiutare a chiarirli.
Concludo, parafrasando al contrario il senatore Astorre, dicendo che questo è un grande problema; può essere che la gente non lo percepisca ma sarebbe criminale se la politica non agisse per sconfiggere le mafie.
Video della sessione "Sviluppo, PNRR e legalità"»
Video dell’intervento di Francesca Santilli (ABI)»
Video dell’intervento di Giovanni Ferri (LUMSA)»
Video dell’intervento di Federico Cafiero De Raho»